Farmaco vigilanza
www.farmacovigilanza.net
Le informazioni qui riportate Hanno solo un fine illustrativo: NON costituiscono e NON provengono né da prescrizione né da consiglio medico, rivolgersi SEMPRE e comunque al PROPRIO MEDICO NB: L'ADMI ritiene i propri lettori persone ragionevoli e dotate di senso della misura. I vostri commenti VERRANNO INSERITI dopo controllo, in caso Si riserva la facoltà di cancellare commenti di CATTIVO GUSTO e/o OFFENSIVI
CONTATORE PERSONE
25/08/14
farmaci - L'Agenzia europea per i medicinali
IMPORTANTE da leggere e CONDIVIDERE
L'Agenzia europea per i medicinali ha disposto la sostituzione del foglio illustrativo dei medicinali in cui è contenuto interferone beta: si sono verificati casi di microangiopatia trombotica, alcuni dei quali mortali
foglio illustrativo dei medicinali
ROMA - Alcuni medicinali impiegati per il trattamento della sclerosi multipla potrebbero essere nocivi: è quanto ha reso noto l'Agenzia europea per i medicinali, riferendosi in particolare all'interferone beta che sta alla base di diversi farmaci (Avonex della Biogen Idec, Plegridy e Rebif della Merck KGaA's, Betaferon della Bayer and Extavia della Novartis). L'Istituto federale per i farmaci e i dispositivi medici tedesco, infatti, ha fatto sapere che si sono verificati, in seguito all'assunzione del farmaco, casi di Tma (microangiopatia trombotica), alcuni dei quali mortali. Ipertensione, febbre, disorientamento, disturbi della funzione renale e riduzione delle cellule della coagulazione nel sangue sarebbero i sintomi di questo grave effetto collaterale, che colpisce diversi organi. Alla luce di tutto questo, l'Agenzia europea per i medicinali ha disposto una sostituzione del foglio illustrativo dei medicinali interessati, con l'indicazione chiara dei possibili rischi.
(21 agosto 2014) info: SuperAbile INAIL, Salute e Ricerca - Sclerosi multipla, attenzione ai farmaci nocivi.
E cambia l'etichetta...
www.superabile.it/web/it/CANALI_TEMATICI/Salute_e_Ricerca/News/info-386483714.html
L'Agenzia europea per i medicinali ha disposto la sostituzione del foglio illustrativo dei medicinali in cui è contenuto interferone beta: si sono verificati casi di microangiopatia trombotica, alcuni dei quali mortali
foglio illustrativo dei medicinali
ROMA - Alcuni medicinali impiegati per il trattamento della sclerosi multipla potrebbero essere nocivi: è quanto ha reso noto l'Agenzia europea per i medicinali, riferendosi in particolare all'interferone beta che sta alla base di diversi farmaci (Avonex della Biogen Idec, Plegridy e Rebif della Merck KGaA's, Betaferon della Bayer and Extavia della Novartis). L'Istituto federale per i farmaci e i dispositivi medici tedesco, infatti, ha fatto sapere che si sono verificati, in seguito all'assunzione del farmaco, casi di Tma (microangiopatia trombotica), alcuni dei quali mortali. Ipertensione, febbre, disorientamento, disturbi della funzione renale e riduzione delle cellule della coagulazione nel sangue sarebbero i sintomi di questo grave effetto collaterale, che colpisce diversi organi. Alla luce di tutto questo, l'Agenzia europea per i medicinali ha disposto una sostituzione del foglio illustrativo dei medicinali interessati, con l'indicazione chiara dei possibili rischi.
(21 agosto 2014) info: SuperAbile INAIL, Salute e Ricerca - Sclerosi multipla, attenzione ai farmaci nocivi.
E cambia l'etichetta...
www.superabile.it/web/it/CANALI_TEMATICI/Salute_e_Ricerca/News/info-386483714.html
sudoku o sesso?
Secondo un ricercatore americano "l'orgasmo attiva tutto causando un enorme aumento del flusso di sangue al cervello. Mentre gli esercizi mentali come le parole crociate o il sudoku incrementano l'attività cerebrale solo in determinate regioni"
"Meglio il sesso del sudoku per mantenere sano il cervello" CONTINUA LA TUA LETTURA QUI: Repubblica.it Mobile
http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/scienze/2013/08/05/news/sesso_cervello-64319526/?mfil=1
"Meglio il sesso del sudoku per mantenere sano il cervello" CONTINUA LA TUA LETTURA QUI: Repubblica.it Mobile
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SLA - NUOVA PAGINA di fb
mi hanno INVITATO in una nuova , che vi giro..perche' la ritengo importante per la collettivita'.
www.facebook.com/pages/ SLA-Trattamento-mediante-PT A/ 865596926801586?notif_t=fbp age_fan_invite
www.facebook.com/pages/
IMPORTANTE
...........
Un passo importante verso il trattamento della SLA E della Sclerosi Multipla
Un passo importante verso il trattamento della SLA E della Sclerosi Multipla
Cura Zamboni per sclerosi, fattibile e sicura - Corriere del Giorno
INOLTRATO DAL Dott. Tommaso Lupattelli.
sm e i vari farmaci
E' noto che non esiste attualmente alcun farmaco, capace di arrestare la progressione della Sclerosi Multipla.Una delle cose, che però si sentono dire i malati, quando vengono invitati dai loro neuro a sottoporsi alle diverse terapie farmacologiche, è che questo permetterà loro di avere comunque un rallentamento della progressione.Nel Giugno del 2010, il prof. Neil Scolding del Dipartimento di Neurologia di Bristol ha pubblicato un Editoriale, dove analizza 4 diversi studi, che si erano occupati dell' argomento, con il coinvolgimento di 5.000 pazienti.
I trattamenti per la SM sono essenzialmente profilattici, e, come tutti i farmaci il cui scopo è quello di prevenire gli eventi (recidive) che sono imprevedibili e relativamente non comuni (il tasso medio di recidiva nella sclerosi multipla è di circa uno all'anno), la loro efficacia è difficile da valutare anche in studi su larga scala, ed impossibile nel mondo reale della pratica clinica. Se un paziente trattato è libero da ricadute per, diciamo, due anni, questo è da ascrivere all' efficacia del farmaco o al corso naturale della malattia? Non lo sa nessuno.Per rendere le cose ancora più difficili, i calcoli sulla efficacia dei farmaci si basavano sugli effetti putativi di prevenire l'accumulo di disabilità nella sclerosi multipla, non sui tassi di recidiva. A molti questo sembrò pericoloso - in primo luogo, perché solo una percentuale di pazienti (che sono identificabili) diventano progressivamente disabili e in secondo luogo, perché la relazione tra ricadute e disabilità è più complesso e più indiretto. Ridurre la frequenza delle recidive non fa necessariamente ridurre la progressione della disabilità. Infatti, gli studi su potenti anticorpi monoclonali dimostrano che la progressione può continuare senza sosta, anche quando le recidive sono abolite completamente.
Nel 2002, il Sistema Sanitario Inglese commissionò uno studio, per valutare l' opportunità di proseguire con la somministrazione dell' Interferone. E' stata adesso eseguita la prima valutazione sostanziale dell' accumulo di disabilità per i 5000 pazienti, che sono stati reclutati e seguiti. Si è riscontrato che i pazienti che assumono trattamenti modificanti la malattia hanno acquisito più disabilità rispetto al gruppo di controllo.
continua qui la tua lettura qui:
www.facebook.com/notes/achille-daga/lapproccio-farmacologico-alla-sm-matteo-scibilia/574768322632096
I trattamenti per la SM sono essenzialmente profilattici, e, come tutti i farmaci il cui scopo è quello di prevenire gli eventi (recidive) che sono imprevedibili e relativamente non comuni (il tasso medio di recidiva nella sclerosi multipla è di circa uno all'anno), la loro efficacia è difficile da valutare anche in studi su larga scala, ed impossibile nel mondo reale della pratica clinica. Se un paziente trattato è libero da ricadute per, diciamo, due anni, questo è da ascrivere all' efficacia del farmaco o al corso naturale della malattia? Non lo sa nessuno.Per rendere le cose ancora più difficili, i calcoli sulla efficacia dei farmaci si basavano sugli effetti putativi di prevenire l'accumulo di disabilità nella sclerosi multipla, non sui tassi di recidiva. A molti questo sembrò pericoloso - in primo luogo, perché solo una percentuale di pazienti (che sono identificabili) diventano progressivamente disabili e in secondo luogo, perché la relazione tra ricadute e disabilità è più complesso e più indiretto. Ridurre la frequenza delle recidive non fa necessariamente ridurre la progressione della disabilità. Infatti, gli studi su potenti anticorpi monoclonali dimostrano che la progressione può continuare senza sosta, anche quando le recidive sono abolite completamente.
Nel 2002, il Sistema Sanitario Inglese commissionò uno studio, per valutare l' opportunità di proseguire con la somministrazione dell' Interferone. E' stata adesso eseguita la prima valutazione sostanziale dell' accumulo di disabilità per i 5000 pazienti, che sono stati reclutati e seguiti. Si è riscontrato che i pazienti che assumono trattamenti modificanti la malattia hanno acquisito più disabilità rispetto al gruppo di controllo.
continua qui la tua lettura qui:
www.facebook.com/notes/achille-daga/lapproccio-farmacologico-alla-sm-matteo-scibilia/574768322632096
29/07/14
I DATI DEL BLOG... LE VISUALIZZAZIONI E I PAESI CHE scrutano le informazioni..
WAAAAAAAAAAAAAUUUUUUUUUUUU <Visualizzazioni di pagine per paese> IL MIO BLOG <la Sclerosi multipla .. Ccsvi vista da SAM, e non solo>
< http://laccsvivistadasam.blogspot.it/ >
Visualizzazioni di pagine
Italia 121333
Stati Uniti 20622
Germania 7485
Federazione Russa 1512
Francia 1403
Ucraina 761
Regno Unito 702
Svizzera 523
Spagna 514
Arabia Saudita 392
PARI A: 164.365 - 30/7/2014 ORE 1.08 am
wa wa wauu grazie MONDO
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wa wa wauu grazie MONDO
FORSE...
Forse i NOSTRI MEDICI 《NON》 CAPISCONO..che collaborare con anche un semplice Infermiere...Paziente.. una Madre o una qualsiasi persona Anche solo nell' ASCOLTARE -quello che ha da dire- e verificare che SIA FATTIBILE E 《NON NOCIVO, questo È IMPORTANTE...MOLTO IMPORTANTE
Grazie a tutti quelli che hanno 《voglia》 di Mettersi in gioco e per ...grazie per la collaborazione .....
sapete... xhe' collaborare ne vale della nostra vita ..anche nel migliorarla.
**Molte volte le cose più Semplici fanno Trovare 《una》 buona o ancora meglio《LA》 `Buona SOLUZIONE`
Grazie a tutti quelli che hanno 《voglia》 di Mettersi in gioco e per ...grazie per la collaborazione .....
sapete... xhe' collaborare ne vale della nostra vita ..anche nel migliorarla.
**Molte volte le cose più Semplici fanno Trovare 《una》 buona o ancora meglio《LA》 `Buona SOLUZIONE`
Cortina - LA RICERCA DEVE CONTINUARE
Ccsvi e sclerosi multipla: “La ricerca deve continuare”
Intervento del professor Zamboni al Convegno scientifico a Cortina d'Ampezzo nell'ambito dell'incontro "Verticale Solidale 2014"
continua la tua lettura qui: www.estense.com/?p=399364 (se non riesci ad aprirlo copia il link) http://www.estense.com/?p=399364
arnica gel forte
Prodotto Naturale a base di tintura di arnica, per piccoli traumi e contusioni.
Descrizione:
Arnica Gel Forte: i principi naturali antinfiammatori e antiedemigeni dell’Arnica sono presenti nel gel in elevata concentrazione (15%) per rendere particolarmente intensa la loro attività per il trattamento locale di:
Contusioni
Distorsioni
Eventi post-traumatici
Confezione da 100 ml.
Modalità d'uso:
Applicare nella zona interessata fino a completo assorbimento.
Avvertenze:
Uso esterno. Non ingerire
Tenere lontano dalla portata dei bambini
Spiegazioni tratte dalla confezione del prodotto e da materiale informativo della ditta
Descrizione:
Arnica Gel Forte: i principi naturali antinfiammatori e antiedemigeni dell’Arnica sono presenti nel gel in elevata concentrazione (15%) per rendere particolarmente intensa la loro attività per il trattamento locale di:
Contusioni
Distorsioni
Eventi post-traumatici
Confezione da 100 ml.
Modalità d'uso:
Applicare nella zona interessata fino a completo assorbimento.
Avvertenze:
Uso esterno. Non ingerire
Tenere lontano dalla portata dei bambini
Spiegazioni tratte dalla confezione del prodotto e da materiale informativo della ditta
asso canapa informa
INFO DI : www.assocanapa.it/panels/panel_06.php
DOMANDA: Si può coltivare la canapa in Italia?
RISPOSTA: La risposta è sì, a condizione che venga coltivata una varietà a basso tenore di THC (inferiore allo 0,2%) compresa nel Registro Europeo delle Sementi e che sia seguita la procedura stabilita dalla Circolare del MIPAF n.1 dell'8 maggio 2002. Consultare anche in questo stesso sito, negli Approfondimenti, la sezione Legalità
DOMANDA: Dove e come si coltiva la canapa?
RISPOSTA: La canapa preferisce i terreni fertili alluvionali, si adatta però a tutti i terreni, anche fino ai 1500 metri di altitudine. Non soffre le gelate tardive. Soffre invece mortalmente il ristagno d'acqua, specialmente nel primo stadio di vegetazione. Si semina a febbraio/marzo. Buoni risultati in Piemonte si sono ottenuti anche riproducendo una antica tecnica di semina in secondo raccolto (dopo loietto, orzo, grano): in questo caso il pericolo è che se il terreno non è umido si incontrano difficoltà nella germinazione o che il caldo eccessivo secchi le piantine. La quantità di seme consigliata è di 50 chilogrammi per ettaro (10mila mq). Si consiglia di provvedere alla semina con seminatrice da grano con 15/20 centimetri tra le file (naturalmente con disco adattato per la canapa), su terreno preparato che abbia un'umidità sufficiente alla germinazione.
Così seminata la canapa è autodiserbante (le piante di canapa crescono più velocemente delle infestanti, per cui fanno morire tutte le infestanti). Di conseguenza, la canapa lascia il terreno totalmente diserbato.
Normalmente non ha bisogno di irrigazione e migliora la struttura del terreno grazie all'abbondante e profondo apparato radicale e al rilascio di foglie a fine ciclo.
Si raccoglie 10 giorni dopo la fine della fioritura delle piante maschili nel mese di agosto, così come si fa per la fienagione. Si taglia con barra falciante, la si lascia in campo per almeno 30/40 giorni per una parziale macerazione e la si imballa con normale rotopressa.
Da sempre consigliamo a chi non conosce la coltura di sperimentare per un anno per farsi un’esperienza adeguata alla zona in cui si opera. In ogni caso e salvo calamità naturali, gli agricoltori provetti non hanno mai incontrato difficoltà ad ottenere alte rese in biomassa.
DOMANDA: Conviene coltivare canapa?
RISPOSTA: la difficoltà del decollo della coltivazione della canapa in Italia è dovuta a difficoltà burocratiche e mancanza di chiarezza sulle produzioni alimentari e ancora alla mancanza di macchinari agricoli per la prima trasformazione (separazione fibra da canapulo), operazione che una volta veniva eseguita a mano, all’interno dell’azienda agricola.
Entrambe queste difficoltà sono in via di superamento.
Infatti la competente Direzione Generale del MIPAF si è impegnata nel mese di gennaio 2011 ad emanare una nuova Circolare che elimini gli adempimenti divenuti inutili, mentre si attende che il Ministero della Salute fissi i limiti del contenuto di THC negli alimenti.
Il prototipo GD1 di macchinario “agricolo” per la prima trasformazione delle paglie di canapa è stato brevettato nel mese di giugno 2010, sta attualmente lavorando presso lo stabilimento di Assocanapa srl a Carmagnola ed è entrato in produzione.
Venendo all’aspetto del ritorno economico della coltivazione per la produzione di fibra tecnica, le previsioni per ettaro oggi sono queste:
- costi: kg. 50 di seme a euro 5,50/kg per un totale di euro 275,00 oltre IVA 10%; lavorazione del terreno come per qualsiasi semina; non sono necessari diserbo, trattamenti antiparassitari, irrigazione (salvo casi eccezionali). Nei terreni più “magri” può essere opportuna una concimazione leggera. Raccolta: mediante falciatura, meglio se le bacchette sono tagliate in segmenti non superiori a 1 mt di lunghezza, macerazione in campo per 30/40 giorni, rotoimballatura.
- ricavi: oltre al contributo dell’UE sui seminativi, che varia da zona a zona e comunque da circa 100 a circa 450 euro per ha, la canapa produce mediamente 130 q.li di bacchetta secca per ha e sarà venduta all’attuale prezzo europeo di 15 euro/q per cui si realizzerà un ricavo medio per ha di 1.950 euro.
Ricavi maggiori possono essere conseguiti eseguendo in proprio la prima trasformazione e se si recupera il seme e/o si fanno produzioni/lavorazioni di nicchia.
Prospetto di confronto costi/ricavi tra coltivazione del mais e coltivazione della canapa da fibra corta
Considerazioni
Come gli agricoltori ben sanno, la dinamica costi/ricavi delle colture in molte zone d’Italia oggi è perturbata dalle forti oscillazioni del prezzo del mais e dalle distorsioni degli affitti e dei prezzi dei terreni agricoli causate dall’asservimento dei terreni alle colture per la produzione di energia da fonti alternative e dal consumo sconsiderato del suolo agricolo.
Gli esperti di Assocanapa pensano, e alle stesse conclusioni sono arrivati in Francia e in Germania, che nel tempo sarà opportuno e particolarmente conveniente coltivare cereali e orticole (alimenti) sui terreni più fertili e canapa sui terreni non irrigui e più marginali. La canapa sarà comunque la più importante coltura da rotazione impiegabile per i terreni di prima classe quando la lotta ai parassiti dei cereali (diabrotica) sarà attuata non soltanto con misure chimiche ma con una rotazione effettiva e quando sarà effettivo il rispetto delle regole della condizionalità finalizzate alla riduzione dell’impatto dell’agricoltura.
La coltivazione della canapa non potrà essere disgiunta dalla realizzazione di impianti di prima trasformazione ai quali le rotoballe possano essere portate con i mezzi agricoli. Se questi impianti saranno gestiti dagli stessi agricoltori o loro forme associative il margine di utile potrà diventare ancora più interessante.
Si evidenzia infine che i materiali di risulta delle lavorazioni della canapa (sfridi di canapulo e di fibra) in Francia vengono impiegati come ammendante nei vigneti.
DOMANDA: Quali varietà è meglio coltivare?
RISPOSTA: per la produzione di fibra tecnica e canapulo è conveniente scegliere le varietà più rustiche e adattabili e che danno produzioni maggiori. I confronti varietali eseguiti negli ultimi anni in alcuni importanti progetti di ricerca confermano che in Italia sono oggi certamente ancora più convenienti la varietà Carmagnola perché è la più adattabile e a ruota la CS. La differenza tra la Carmagnola e le altre varietà si è evidenzia quando le condizioni pedoclimatiche sono particolarmente difficili.
Le varietà selezionate per i climi più freddi e piovosi (come il nord della Francia) rischiano di andare in prefioritura, arrestando la crescita e quindi la resa in biomassa. La varietà monoica francese più adatta ai climi italiani si è dimostrata la Futura, buone performance si sono talvolta ottenute anche con la Félina.
Per approfondimenti si consiglia di consultare anche le Sezioni Botanica e Agronomia.
DOMANDA: Cosa bisogna fare sotto l'aspetto operativo se si vuole coltivare canapa?
RISPOSTA: Se volete coltivare canapa fruendo dell’assistenza di chi, come gli esperti di Assocanapa, lo fanno ormai da quindici anni avendo anche recuperato almeno parte del sapere dei vecchi agricoltori, vi consigliamo di:
DOMANDA: Si può coltivare la canapa in Italia?
RISPOSTA: La risposta è sì, a condizione che venga coltivata una varietà a basso tenore di THC (inferiore allo 0,2%) compresa nel Registro Europeo delle Sementi e che sia seguita la procedura stabilita dalla Circolare del MIPAF n.1 dell'8 maggio 2002. Consultare anche in questo stesso sito, negli Approfondimenti, la sezione Legalità
DOMANDA: Dove e come si coltiva la canapa?
RISPOSTA: La canapa preferisce i terreni fertili alluvionali, si adatta però a tutti i terreni, anche fino ai 1500 metri di altitudine. Non soffre le gelate tardive. Soffre invece mortalmente il ristagno d'acqua, specialmente nel primo stadio di vegetazione. Si semina a febbraio/marzo. Buoni risultati in Piemonte si sono ottenuti anche riproducendo una antica tecnica di semina in secondo raccolto (dopo loietto, orzo, grano): in questo caso il pericolo è che se il terreno non è umido si incontrano difficoltà nella germinazione o che il caldo eccessivo secchi le piantine. La quantità di seme consigliata è di 50 chilogrammi per ettaro (10mila mq). Si consiglia di provvedere alla semina con seminatrice da grano con 15/20 centimetri tra le file (naturalmente con disco adattato per la canapa), su terreno preparato che abbia un'umidità sufficiente alla germinazione.
Così seminata la canapa è autodiserbante (le piante di canapa crescono più velocemente delle infestanti, per cui fanno morire tutte le infestanti). Di conseguenza, la canapa lascia il terreno totalmente diserbato.
Normalmente non ha bisogno di irrigazione e migliora la struttura del terreno grazie all'abbondante e profondo apparato radicale e al rilascio di foglie a fine ciclo.
Si raccoglie 10 giorni dopo la fine della fioritura delle piante maschili nel mese di agosto, così come si fa per la fienagione. Si taglia con barra falciante, la si lascia in campo per almeno 30/40 giorni per una parziale macerazione e la si imballa con normale rotopressa.
Da sempre consigliamo a chi non conosce la coltura di sperimentare per un anno per farsi un’esperienza adeguata alla zona in cui si opera. In ogni caso e salvo calamità naturali, gli agricoltori provetti non hanno mai incontrato difficoltà ad ottenere alte rese in biomassa.
DOMANDA: Conviene coltivare canapa?
RISPOSTA: la difficoltà del decollo della coltivazione della canapa in Italia è dovuta a difficoltà burocratiche e mancanza di chiarezza sulle produzioni alimentari e ancora alla mancanza di macchinari agricoli per la prima trasformazione (separazione fibra da canapulo), operazione che una volta veniva eseguita a mano, all’interno dell’azienda agricola.
Entrambe queste difficoltà sono in via di superamento.
Infatti la competente Direzione Generale del MIPAF si è impegnata nel mese di gennaio 2011 ad emanare una nuova Circolare che elimini gli adempimenti divenuti inutili, mentre si attende che il Ministero della Salute fissi i limiti del contenuto di THC negli alimenti.
Il prototipo GD1 di macchinario “agricolo” per la prima trasformazione delle paglie di canapa è stato brevettato nel mese di giugno 2010, sta attualmente lavorando presso lo stabilimento di Assocanapa srl a Carmagnola ed è entrato in produzione.
Venendo all’aspetto del ritorno economico della coltivazione per la produzione di fibra tecnica, le previsioni per ettaro oggi sono queste:
- costi: kg. 50 di seme a euro 5,50/kg per un totale di euro 275,00 oltre IVA 10%; lavorazione del terreno come per qualsiasi semina; non sono necessari diserbo, trattamenti antiparassitari, irrigazione (salvo casi eccezionali). Nei terreni più “magri” può essere opportuna una concimazione leggera. Raccolta: mediante falciatura, meglio se le bacchette sono tagliate in segmenti non superiori a 1 mt di lunghezza, macerazione in campo per 30/40 giorni, rotoimballatura.
- ricavi: oltre al contributo dell’UE sui seminativi, che varia da zona a zona e comunque da circa 100 a circa 450 euro per ha, la canapa produce mediamente 130 q.li di bacchetta secca per ha e sarà venduta all’attuale prezzo europeo di 15 euro/q per cui si realizzerà un ricavo medio per ha di 1.950 euro.
Ricavi maggiori possono essere conseguiti eseguendo in proprio la prima trasformazione e se si recupera il seme e/o si fanno produzioni/lavorazioni di nicchia.
Prospetto di confronto costi/ricavi tra coltivazione del mais e coltivazione della canapa da fibra corta
Considerazioni
Come gli agricoltori ben sanno, la dinamica costi/ricavi delle colture in molte zone d’Italia oggi è perturbata dalle forti oscillazioni del prezzo del mais e dalle distorsioni degli affitti e dei prezzi dei terreni agricoli causate dall’asservimento dei terreni alle colture per la produzione di energia da fonti alternative e dal consumo sconsiderato del suolo agricolo.
Gli esperti di Assocanapa pensano, e alle stesse conclusioni sono arrivati in Francia e in Germania, che nel tempo sarà opportuno e particolarmente conveniente coltivare cereali e orticole (alimenti) sui terreni più fertili e canapa sui terreni non irrigui e più marginali. La canapa sarà comunque la più importante coltura da rotazione impiegabile per i terreni di prima classe quando la lotta ai parassiti dei cereali (diabrotica) sarà attuata non soltanto con misure chimiche ma con una rotazione effettiva e quando sarà effettivo il rispetto delle regole della condizionalità finalizzate alla riduzione dell’impatto dell’agricoltura.
La coltivazione della canapa non potrà essere disgiunta dalla realizzazione di impianti di prima trasformazione ai quali le rotoballe possano essere portate con i mezzi agricoli. Se questi impianti saranno gestiti dagli stessi agricoltori o loro forme associative il margine di utile potrà diventare ancora più interessante.
Si evidenzia infine che i materiali di risulta delle lavorazioni della canapa (sfridi di canapulo e di fibra) in Francia vengono impiegati come ammendante nei vigneti.
DOMANDA: Quali varietà è meglio coltivare?
RISPOSTA: per la produzione di fibra tecnica e canapulo è conveniente scegliere le varietà più rustiche e adattabili e che danno produzioni maggiori. I confronti varietali eseguiti negli ultimi anni in alcuni importanti progetti di ricerca confermano che in Italia sono oggi certamente ancora più convenienti la varietà Carmagnola perché è la più adattabile e a ruota la CS. La differenza tra la Carmagnola e le altre varietà si è evidenzia quando le condizioni pedoclimatiche sono particolarmente difficili.
Le varietà selezionate per i climi più freddi e piovosi (come il nord della Francia) rischiano di andare in prefioritura, arrestando la crescita e quindi la resa in biomassa. La varietà monoica francese più adatta ai climi italiani si è dimostrata la Futura, buone performance si sono talvolta ottenute anche con la Félina.
Per approfondimenti si consiglia di consultare anche le Sezioni Botanica e Agronomia.
DOMANDA: Cosa bisogna fare sotto l'aspetto operativo se si vuole coltivare canapa?
RISPOSTA: Se volete coltivare canapa fruendo dell’assistenza di chi, come gli esperti di Assocanapa, lo fanno ormai da quindici anni avendo anche recuperato almeno parte del sapere dei vecchi agricoltori, vi consigliamo di:
- ordinare la semente necessaria ad Assocanapa srl con pagamento anticipato intestato ad Assocanapa srl presso Istituto Bancario Intesa San Paolo Agenzia di Carmagnola IT45 F040 69302601 000 0017701 inviando ad Assocanapa copia del bonifico bancario. Dall’anno 2011 la quota associativa non è più dovuta per coloro che acquistano il seme, che diventano soci automaticamente per l’anno dell’acquisto e per l’anno successivo.
- seguire le procedure che vi saranno fornite insieme al seme, sulla base della normativa italiana ed europea.
- operare in un’ottica di filiera e di impianto, salvo che la coltivazione vi interessi a titolo di esperienza o per altri motivi, come per ottenere fibra per produzioni di nicchia o “personalizzare” o “caratterizzare” un agriturismo con un tocco di seme di canapa negli alimenti o riprodurre vecchie lavorazioni delle piante da fibra
Assocanapa fornirà se necessario ai suoi associati assistenza in caso di controlli da parte delle Forze dell’Ordine.
Assocanapa srl è inoltre disponibile all’acquisto della fibra dai gruppi che realizzano gli impianti.
Si evidenzia che non esistono scorte di seme di canapa di varietà italiane. Assocanapa riproduce per concessione del costitutore il seme delle varietà italiane ma non dispone di grandi scorte. Se si prevede di avere necessità di seme per la coltivazione di molti ettari, è necessario prenotare il seme in anticipo di almeno un anno (i francesi richiedevano per i contratti di acquisto del seme la durata di 5 anni).
DOMANDA: Cosa è un primo trasformatore autorizzato di paglie di canapa e come si diventa primi trasformatori?
RISPOSTA: la figura del primo trasformatore autorizzato per le paglie di canapa risale alla normativa europea che prevedeva per le coltivazioni di canapa da fibra un sostegno particolare che fino al 2003 corrispondeva all’incirca a 1,4 milioni delle vecchie lire per ha. Per avere il contributo UE i coltivatori dovevano e devono ancora provare all’Ente pagatore di avere stipulato un contratto di vendita delle paglie prodotte con un primo trasformatore autorizzato. Copia del contratto di vendita doveva e ancora deve essere trasmessa all’Ente pagatore entro il 15 luglio. La prescrizione rimane ancora oggi, anche se Assocanapa ha ripetutamente richiesto che sia eliminata perché, essendo dal 2003 cambiato il regime dei contributi nel senso che il sostegno alla canapa è uguale a quello dei cereali, non ha più senso richiedere il contratto di vendita.
Il rilascio dell’autorizzazione come primo trasformatore era originariamente di competenza dell’AGEA. Oggi è di competenza delle Regioni, che sono anche gli enti pagatori, alle quali pertanto gli operatori si devono rivolgere per informazioni.
Fino al 2013 l’UE assegna al primo trasformatore di paglie di canapa un contributo di euro 90 per tonnellata di fibra di canapa ricavata dalla prima trasformazione. E’ opinione diffusa tra coloro che seguono l’evoluzione della PAC che questo contributo sarà eliminato dal 2014.
DOMANDA: Come si fa per la vendita del prodotto?
RISPOSTA: per la vendita delle paglie di canapa in rotoballe o balle quadrate i coltivatori devono stipulare contratto con un primo trasformatore autorizzato.
Attualmente in Italia soltanto Assocanapa srl dispone di un impianto di prima trasformazione in funzione, autorizzato dalla Regione, che si trova a Carmagnola (Torino). Ci sono però in alcune parti d’Italia gruppi di agricoltori nostri associati che si stanno attivando per far partire impianti di prima trasformazione.
DOMANDA: Quanta canapa si coltiva in Italia?
RISPOSTA: I soci di Assocanapa che hanno coltivato canapa in diverse regioni italiane sono stati fino al 2011 in media 50 ogni anno, la superficie coltivata a canapa da nostri soci è stata in media di 120 ha/anno. La nostra associazione infatti, in mancanza di impianti di prima trasformazione, ha sempre cercato di contenere i facili entusiasmi disincentivando chi voleva seminare grandi superfici senza poter lavorare il prodotto. Nel 2011 si sono registrate alcune coltivazioni più estese (fino a 10 ha), che preludono alla creazione dei primi impianti.
Per avere maggiori informazioni non esitate a contattarci al nostro indirizzo emailassocanapa@gmail.com
Assocanapa srl è inoltre disponibile all’acquisto della fibra dai gruppi che realizzano gli impianti.
Si evidenzia che non esistono scorte di seme di canapa di varietà italiane. Assocanapa riproduce per concessione del costitutore il seme delle varietà italiane ma non dispone di grandi scorte. Se si prevede di avere necessità di seme per la coltivazione di molti ettari, è necessario prenotare il seme in anticipo di almeno un anno (i francesi richiedevano per i contratti di acquisto del seme la durata di 5 anni).
DOMANDA: Cosa è un primo trasformatore autorizzato di paglie di canapa e come si diventa primi trasformatori?
RISPOSTA: la figura del primo trasformatore autorizzato per le paglie di canapa risale alla normativa europea che prevedeva per le coltivazioni di canapa da fibra un sostegno particolare che fino al 2003 corrispondeva all’incirca a 1,4 milioni delle vecchie lire per ha. Per avere il contributo UE i coltivatori dovevano e devono ancora provare all’Ente pagatore di avere stipulato un contratto di vendita delle paglie prodotte con un primo trasformatore autorizzato. Copia del contratto di vendita doveva e ancora deve essere trasmessa all’Ente pagatore entro il 15 luglio. La prescrizione rimane ancora oggi, anche se Assocanapa ha ripetutamente richiesto che sia eliminata perché, essendo dal 2003 cambiato il regime dei contributi nel senso che il sostegno alla canapa è uguale a quello dei cereali, non ha più senso richiedere il contratto di vendita.
Il rilascio dell’autorizzazione come primo trasformatore era originariamente di competenza dell’AGEA. Oggi è di competenza delle Regioni, che sono anche gli enti pagatori, alle quali pertanto gli operatori si devono rivolgere per informazioni.
Fino al 2013 l’UE assegna al primo trasformatore di paglie di canapa un contributo di euro 90 per tonnellata di fibra di canapa ricavata dalla prima trasformazione. E’ opinione diffusa tra coloro che seguono l’evoluzione della PAC che questo contributo sarà eliminato dal 2014.
DOMANDA: Come si fa per la vendita del prodotto?
RISPOSTA: per la vendita delle paglie di canapa in rotoballe o balle quadrate i coltivatori devono stipulare contratto con un primo trasformatore autorizzato.
Attualmente in Italia soltanto Assocanapa srl dispone di un impianto di prima trasformazione in funzione, autorizzato dalla Regione, che si trova a Carmagnola (Torino). Ci sono però in alcune parti d’Italia gruppi di agricoltori nostri associati che si stanno attivando per far partire impianti di prima trasformazione.
DOMANDA: Quanta canapa si coltiva in Italia?
RISPOSTA: I soci di Assocanapa che hanno coltivato canapa in diverse regioni italiane sono stati fino al 2011 in media 50 ogni anno, la superficie coltivata a canapa da nostri soci è stata in media di 120 ha/anno. La nostra associazione infatti, in mancanza di impianti di prima trasformazione, ha sempre cercato di contenere i facili entusiasmi disincentivando chi voleva seminare grandi superfici senza poter lavorare il prodotto. Nel 2011 si sono registrate alcune coltivazioni più estese (fino a 10 ha), che preludono alla creazione dei primi impianti.
Per avere maggiori informazioni non esitate a contattarci al nostro indirizzo emailassocanapa@gmail.com
Associazione Liberi nella Sclerosi Multipla
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Nasce l’Associazione Liberi nella Sclerosi Multipla :
- Liberi dai conflitti di interesse di qualsiasi genere, personali, economici ecc;
- Liberi di poter scegliere come affrontare la propria malattia e lottare per il riconoscimento di tutto quello che possa migliorare la qualità della vita delle persone con SM;
- Liberi di poter scegliere l’approccio più vicino alle proprie inclinazioni: correlazione con la CCSVI, approccio olistico, approccio farmacologico e avere nello stesso tempo la possibilità di essere seguiti da esperti nel sistema sanitario nazionale, là dove previsto;
- Liberi di lottare per un diritto di cura uguale su tutto il territorio italiano perché così dovrebbe essere garantito dal nostro SSN;
In poche parole: LIBERTA’ DI SCELTA, DIRITTO ALLA CURA.
Inoltre l’associazione sottolinea che continuerà a occuparsi con lo stesso impegno della CCSVI in correlazione con la SM, ma di non mettere al primo posto la ricerca a scapito delle persone con SM, perché già troppe associazioni si occupano come primo obiettivo di finanziare la ricerca. La ricerca scientifica è sicuramente importante e sarà risolutiva, ma il malato di ieri e quello di oggi cosa deve fare in questa grande confusione?? Il malato non ha il diritto di essere appoggiato, seguito, aiutato nelle sue scelte?? Non ha il diritto di accedere a tutte le possibilità in campo senza essere vittima di un mercato poco etico?? Non ha diritto a delle risposte adeguate??
L’associazione Liberi nella Sclerosi Multipla pensa di sì e ha deciso che il malato non debba essere sacrificato in nome della scienza, ma debba avere la possibilità di scegliere cosa sperimentare, ovviamente dopo essere stato correttamente informato. La ricerca scientifica deve essere pubblica e le istituzioni devono comprendere l’importanza di investire in questo settore, che deve essere considerato prioritario.
La nostra Vision: Scoprire la causa primaria della SM, trovare una cura definitiva per questa malattia.
Ogni malato deve essere Libero di sperare di poter guarire!!
www.facebook.com/photo.php?fbid=10202994301193206&set=gm.608675169240135&type=1&theater
Nasce l’Associazione Liberi nella Sclerosi Multipla :
- Liberi dai conflitti di interesse di qualsiasi genere, personali, economici ecc;
- Liberi di poter scegliere come affrontare la propria malattia e lottare per il riconoscimento di tutto quello che possa migliorare la qualità della vita delle persone con SM;
- Liberi di poter scegliere l’approccio più vicino alle proprie inclinazioni: correlazione con la CCSVI, approccio olistico, approccio farmacologico e avere nello stesso tempo la possibilità di essere seguiti da esperti nel sistema sanitario nazionale, là dove previsto;
- Liberi di lottare per un diritto di cura uguale su tutto il territorio italiano perché così dovrebbe essere garantito dal nostro SSN;
In poche parole: LIBERTA’ DI SCELTA, DIRITTO ALLA CURA.
Inoltre l’associazione sottolinea che continuerà a occuparsi con lo stesso impegno della CCSVI in correlazione con la SM, ma di non mettere al primo posto la ricerca a scapito delle persone con SM, perché già troppe associazioni si occupano come primo obiettivo di finanziare la ricerca. La ricerca scientifica è sicuramente importante e sarà risolutiva, ma il malato di ieri e quello di oggi cosa deve fare in questa grande confusione?? Il malato non ha il diritto di essere appoggiato, seguito, aiutato nelle sue scelte?? Non ha il diritto di accedere a tutte le possibilità in campo senza essere vittima di un mercato poco etico?? Non ha diritto a delle risposte adeguate??
L’associazione Liberi nella Sclerosi Multipla pensa di sì e ha deciso che il malato non debba essere sacrificato in nome della scienza, ma debba avere la possibilità di scegliere cosa sperimentare, ovviamente dopo essere stato correttamente informato. La ricerca scientifica deve essere pubblica e le istituzioni devono comprendere l’importanza di investire in questo settore, che deve essere considerato prioritario.
La nostra Vision: Scoprire la causa primaria della SM, trovare una cura definitiva per questa malattia.
Ogni malato deve essere Libero di sperare di poter guarire!!
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ACIDO FOLICO E...
La Carenza di acido folico - integratori di acido folico
carenza di acido folico - noto anche come vitamina B9 o folacina - è una condizione ancora piuttosto diffusa, specie in alcune aree del globo. L'impossibilità da parte dell'organismo di sintetizzare tale vitamina giustifica l'estrema importanza di un adeguato apporto alimentare. Carenza di acido folicoLe riserve di acido folico dell'organismo ammontano a circa 12-15 mg, stipati soprattutto nel fegato e sufficienti soltanto per poche settimane.
L'acido folico, così come la vitamina B12, è indispensabile per un'adeguata proliferazione e maturazione cellulare; pertanto, la carenza di questo nutriente si ripercuote in prima istanza sui tessuti ad alto grado di proliferazione, come il midollo osseo e quelli dell'embrione-feto. Ecco spiegata l'origine delle due più note e diffuse conseguenze della carenza di acido folico, rappresentate dall'anemia macrocitica - megaloblastica e dalla spina bifida nel nascituro. Per approfondire consulta l'articolo: anemia da carenza di acido folico.
Nell'anemia macrocitica - megaloblastica i globuli rossi diventano eccessivamente grandi, assumendo una forma anomala e vita molto breve. Di conseguenza, il soggetto carente di acido folico lamenta debolezza e facile affaticamento, sia fisico che mentale (insonnia, irritabilità, difficoltà di concentrazione). La sofferenza neurologica è dovuta anche all'essenzialità dei folati nella sintesi di alcuni neurotrasmettitori, come l'acido glutammico (un aminoacido eccitatorio liberato nel sistema nervoso centrale).
Se una donna in gravidanza non assume quantità adeguate di acido folico, ne può risultare un danno irreversibile al feto, con aumentato rischio di difetti del tubo neurale (struttura embrionale da cui origina il sistema nervoso centrale), il più comune dei quali è appunto la spina bifida. Il feto, a sua volta, sottrae alla madre gran parte dell'acido folico, il che giustifica l'integrazione da quando la gravidanza è ancora ricercata sino alla sua conclusione. Sono infatti i primi stadi di sviluppo dell'embrione-feto ad avere il più intenso ritmo di proliferazione. In un bambino affetto da spina bifida il midollo spinale non è ben racchiuso tra le vertebre e può essere danneggiato al punto da causare paralisi delle gambe.
Una carenza di acido folico eleva il rischio cardiovascolare del soggetto, aumentando i livelli di omocisteina circolante, che a sua volta aumenta le possibilità di subire patologie cardio-vascolari. Tale condizione è comune nelle persone che contrappongono un eccessivo apporto di alimenti proteici (latticini, carne, legumi, uova) ad uno scarso consumo di vegetali freschi.
Gravi carenze di acido folico sono state messe in relazione anche con depressione, lesioni della pelle e delle mucose, turbe della crescita e dell'ossificazione, maggiore suscettibilità alle infezioni, infertilità (sia maschile che femminile), ritardi mentali e atrofia degli organi linfatici.
Apporto quotidiano consigliato, alimenti apportatori e carenza di acido folico
L'apporto quotidiano consigliato di folati è pari a 200-300 µg nell'adulto, 400 µg in gravidanza e 350 µg nell'allattamento. Si calcola che un'alimentazione equilibrata fornisca giornalmente dai 100 ai 300 µg di acido folico. Ne sono particolarmente ricchi i vegetali - specie quelli a foglia verde (cavoli, spinaci, crescione ecc.) - la frutta, i cereali integrali, i legumi, il fegato ed il lievito di birra. Normalmente viene assorbito circa il 40-60% dell'acido folico di origine alimentare, mentre quello assunto come integratore o prodotto farmaceutico viene assorbito per l'80% circa. Le perdite con la cottura variano dal 50 al 95% (purtroppo, proprio le fonti alimentari più generose, come i cavolfiori, i cavoletti di Bruxelles e gli spinaci, sono quelle che si usano cuocere più a lungo). La vitamina B9 viene sintetizzata anche dalla flora batterica intestinale.
Alle nostre latitudini, nei Paesi industrializzati, le carenze di acido folico di origine alimentare sono abbastanza rare ed interessano perlopiù gli anziani che seguono diete monotematiche e ripetitive, particolarmente povere di frutta e verdure fresche, ad esempio per inappetenza, problemi sociali, difficoltà di masticazione ecc.. La cottura eccessiva degli alimenti, l'utilizzo intensivo degli scaldavivande (un problema tipico dei pasti delle mense) e l'assunzione di farmaci antagonisti dell'acido folico (in particolare alcuni antibiotici e chemioterapici), rappresentano ulteriori fattori predisponenti la carenza di folati. Anche l'esposizione prolungata alla luce depaupera il contenuto in acido folico degli alimenti.
CONTINUA la tua lettura qui: www.my-personaltrainer.it/salute/carenza-acido-folico.html
carenza di acido folico - noto anche come vitamina B9 o folacina - è una condizione ancora piuttosto diffusa, specie in alcune aree del globo. L'impossibilità da parte dell'organismo di sintetizzare tale vitamina giustifica l'estrema importanza di un adeguato apporto alimentare. Carenza di acido folicoLe riserve di acido folico dell'organismo ammontano a circa 12-15 mg, stipati soprattutto nel fegato e sufficienti soltanto per poche settimane.
L'acido folico, così come la vitamina B12, è indispensabile per un'adeguata proliferazione e maturazione cellulare; pertanto, la carenza di questo nutriente si ripercuote in prima istanza sui tessuti ad alto grado di proliferazione, come il midollo osseo e quelli dell'embrione-feto. Ecco spiegata l'origine delle due più note e diffuse conseguenze della carenza di acido folico, rappresentate dall'anemia macrocitica - megaloblastica e dalla spina bifida nel nascituro. Per approfondire consulta l'articolo: anemia da carenza di acido folico.
Nell'anemia macrocitica - megaloblastica i globuli rossi diventano eccessivamente grandi, assumendo una forma anomala e vita molto breve. Di conseguenza, il soggetto carente di acido folico lamenta debolezza e facile affaticamento, sia fisico che mentale (insonnia, irritabilità, difficoltà di concentrazione). La sofferenza neurologica è dovuta anche all'essenzialità dei folati nella sintesi di alcuni neurotrasmettitori, come l'acido glutammico (un aminoacido eccitatorio liberato nel sistema nervoso centrale).
Se una donna in gravidanza non assume quantità adeguate di acido folico, ne può risultare un danno irreversibile al feto, con aumentato rischio di difetti del tubo neurale (struttura embrionale da cui origina il sistema nervoso centrale), il più comune dei quali è appunto la spina bifida. Il feto, a sua volta, sottrae alla madre gran parte dell'acido folico, il che giustifica l'integrazione da quando la gravidanza è ancora ricercata sino alla sua conclusione. Sono infatti i primi stadi di sviluppo dell'embrione-feto ad avere il più intenso ritmo di proliferazione. In un bambino affetto da spina bifida il midollo spinale non è ben racchiuso tra le vertebre e può essere danneggiato al punto da causare paralisi delle gambe.
Una carenza di acido folico eleva il rischio cardiovascolare del soggetto, aumentando i livelli di omocisteina circolante, che a sua volta aumenta le possibilità di subire patologie cardio-vascolari. Tale condizione è comune nelle persone che contrappongono un eccessivo apporto di alimenti proteici (latticini, carne, legumi, uova) ad uno scarso consumo di vegetali freschi.
Gravi carenze di acido folico sono state messe in relazione anche con depressione, lesioni della pelle e delle mucose, turbe della crescita e dell'ossificazione, maggiore suscettibilità alle infezioni, infertilità (sia maschile che femminile), ritardi mentali e atrofia degli organi linfatici.
Apporto quotidiano consigliato, alimenti apportatori e carenza di acido folico
L'apporto quotidiano consigliato di folati è pari a 200-300 µg nell'adulto, 400 µg in gravidanza e 350 µg nell'allattamento. Si calcola che un'alimentazione equilibrata fornisca giornalmente dai 100 ai 300 µg di acido folico. Ne sono particolarmente ricchi i vegetali - specie quelli a foglia verde (cavoli, spinaci, crescione ecc.) - la frutta, i cereali integrali, i legumi, il fegato ed il lievito di birra. Normalmente viene assorbito circa il 40-60% dell'acido folico di origine alimentare, mentre quello assunto come integratore o prodotto farmaceutico viene assorbito per l'80% circa. Le perdite con la cottura variano dal 50 al 95% (purtroppo, proprio le fonti alimentari più generose, come i cavolfiori, i cavoletti di Bruxelles e gli spinaci, sono quelle che si usano cuocere più a lungo). La vitamina B9 viene sintetizzata anche dalla flora batterica intestinale.
Alle nostre latitudini, nei Paesi industrializzati, le carenze di acido folico di origine alimentare sono abbastanza rare ed interessano perlopiù gli anziani che seguono diete monotematiche e ripetitive, particolarmente povere di frutta e verdure fresche, ad esempio per inappetenza, problemi sociali, difficoltà di masticazione ecc.. La cottura eccessiva degli alimenti, l'utilizzo intensivo degli scaldavivande (un problema tipico dei pasti delle mense) e l'assunzione di farmaci antagonisti dell'acido folico (in particolare alcuni antibiotici e chemioterapici), rappresentano ulteriori fattori predisponenti la carenza di folati. Anche l'esposizione prolungata alla luce depaupera il contenuto in acido folico degli alimenti.
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Il paratormone
LEGGI 'medicina 360'
Paratormone Alto
www.medicina360.com/paratormone-alto.html
Il paratormone è un ormone che viene prodotto da quattro ghiandoline localizzate dietro la tiroide, nel collo. È un ormone importante perché ha il compito di mantenere costanti i livelli di calcio circolanti. ....
A quali eventuali malattie è associato questo esame?
“L’esame viene in genere eseguito in presenza di patologie importanti quali l’iperparatiroidismo primitivo, condizione in cui a elevati livelli di paratormone corrispondono elevati livelli di calcio circolante. Viene inoltre effettuato in caso di iperparatiroidismo secondario, condizione in cui, a fronte di un paratormone elevato, sono presenti livelli normali di calcio nel sangue: questa è una situazione legata o a una carenza di vitamina D o a insufficienza renale cronica.
Questo parametro può essere utile anche nei casi di ipocalcemia, ossia qualora si sospetti un malfunzionamento delle paratiroidi, e quindi ridotti livelli di paratormone circolanti, soprattutto nei pazienti sottoposti a intervento chirurgico a livello tiroideo”.
**è importante rivolgersi al proprio medico curante o eventualmente allo specialista di fiducia (endocrinologo, reumatologo, ortopedico o nefrologo). E’ bene quindi valutare con il proprio medico se sia o meno il caso di ripetere l’esame**
Paratormone Alto
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Il paratormone è un ormone che viene prodotto da quattro ghiandoline localizzate dietro la tiroide, nel collo. È un ormone importante perché ha il compito di mantenere costanti i livelli di calcio circolanti. ....
A quali eventuali malattie è associato questo esame?
“L’esame viene in genere eseguito in presenza di patologie importanti quali l’iperparatiroidismo primitivo, condizione in cui a elevati livelli di paratormone corrispondono elevati livelli di calcio circolante. Viene inoltre effettuato in caso di iperparatiroidismo secondario, condizione in cui, a fronte di un paratormone elevato, sono presenti livelli normali di calcio nel sangue: questa è una situazione legata o a una carenza di vitamina D o a insufficienza renale cronica.
Questo parametro può essere utile anche nei casi di ipocalcemia, ossia qualora si sospetti un malfunzionamento delle paratiroidi, e quindi ridotti livelli di paratormone circolanti, soprattutto nei pazienti sottoposti a intervento chirurgico a livello tiroideo”.
**è importante rivolgersi al proprio medico curante o eventualmente allo specialista di fiducia (endocrinologo, reumatologo, ortopedico o nefrologo). E’ bene quindi valutare con il proprio medico se sia o meno il caso di ripetere l’esame**
LE LESIONI CORTICALI NELLA SCLEROSI MULTIPLA
Nonostante il processo immunopatologico che sottende la Sclerosi Multipla colpisce primariamente la sostanza bianca (SB) del SNC, la nozione che la Sclerosi Multipla sia una patologia esclusivamente infiammatoria ed elettiva della SB deve essere rivista sulla base delle più recenti osservazioni immunopatologiche e neuroradiologiche.
Continua la tua lettura qui: www.risonanzamagneticasm.i t/risonanza-magnetica/ lesioni-corticali-nella-sm. asp
Continua la tua lettura qui: www.risonanzamagneticasm.i
importante :QUEI NESSI TRA ANOMALIE VASCOLARI E SM
Leggere TUTTO con MOLTA ATTENZIONE:
https://drive.google.com/file/d/0ByQxHvfFDk04eHdnUEJycTZCZDA/preview
ACCETTATO IL PROGETTO DI STUDIO DEL DOTTOR LUPATTELLI E COLLEGHI
IL COMITATO ETICO DEL LAZIO ASL 2 DI ROMA HA FINALMENTE ACCETTATO IL PROGETTO DI STUDIO DEL DOTTOR LUPATTELLI E COLLEGHI. A BREVE LA PRIMA PUBBLICAZIONE SCIENTIFICA DEL PROGETTO DI STUDIO. UN' ALTRA IMPORTANTE VITTORIA PER AFFERMARE E FARE FINALMENTE RICONOSCERE L'ESISTENZA DELLA CCSVI DALLA COMUNITA' SCIENTIFICA. GRAZIE A TUTTI.
TEAM BRAIN FLOW
continua la tua lettura qui : www.facebook.com/ccsvi.reggioemiliaroma/posts/686454398089297
copia questo link se non riesci ad aprirlo: www.facebook.com/ccsvi.reggioemiliaroma/posts/686454398089297
TEAM BRAIN FLOW
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Aic Onlus
Da Aic Onlus
durante l'ultimo convegno. Ciò non significa in alcun modo che riteniamo conclusa la parabola della CCSVI, ma solo che intendiamo continuare ad allargare il nostro sguardo verso tutto quello che la medicina può proporre e sta proponendo con qualche successo per la cura di questa malattia. Il nome di mio padre, che io non ho proposto ma felicemente accettato, vuole rappresentare la continuità di quella che è stata la sua creatura verso le nuove sfide a venire. Abbiamo anche incassato la disponibilità di alcune figure mediche a entrare nel nostro direttivo, la qual cosa ci ha ovviamente resi orgogliosi, sia perché testimonianza attiva del lavoro svolto, sia perché si tratta di figure ricche di competenza come di umanità. Si tratta di un neurologo, di una psicologa, di una fisiatra e di un angiologo, e andranno a comporre il Comitato Scientifico. Data l'apparente ubiquità di questa malattia, non possiamo escludere che in futuro ce ne potranno servire delle altre, ma di certo riteniamo che allo stato attuale potremo fornire un servizio migliore a chiunque guardi con speranza alla nostra opera. Questi cambiamenti, che comportano modifiche statutarie, verranno proposti durante la prossima assemblea straordinaria, che speriamo si tenga per Settembre prossimo. Grazie a tutti.
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