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29/11/12

Ricerca diagnosi sclerosi multipla


 

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Concordato percorso di approfondimento
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mai mollare c'e' sempre una speranza si chiama P. ZAMBONI...ccsvi...avan...

pta a carrara 13 gennaio 2011 SAM

la mia liberazione- 13/1/2011 sam STEFANIA AJO' MELIS

Enzimatica può impedire la riparazione del sistema nervoso centrale


di:Achille Daga
INTERESSANTE!
Enzimatica può impedire la riparazione del sistema nervoso centrale nella sclerosi multipla
I ricercatori della Oregon Health & Science University hanno scoperto che bloccando un certo enzima nel cervello può aiutare a riparare i danni al cervello associata con la sclerosi multipla e una serie di altri disturbi neurologici.

La scoperta potrebbe avere importanti implicazioni per la sclerosi multipla, le complicazioni di parto prematuro e di altri disturbi e malattie da demielinizzazione - un processo in cui l'isolamento simile a guaina che circonda le cellule nervose del cervello è danneggiato o distrutto. Demielinizzazione interrompe la capacità delle cellule nervose di comunicare tra loro, e produce una serie di motori, problemi sensoriali e cognitivi nella SM e altri disturbi.

Lo studio è stato pubblicato questa settimana nell'edizione online del Annals of Neurology . Lo studio è stato condotto da un team di ricercatori guidati da Larry Sherman, Ph.D., che è un professore di biologia cellulare e dello sviluppo a OHSU e uno scienziato senior presso la Divisione di Neuroscienze presso il National Primate Research Center dell'Oregon.

"Questo significa che abbiamo identificato un obiettivo del tutto nuovo per i farmaci che potrebbero favorire la riparazione del cervello danneggiato in qualsiasi disordine in cui si verifica demielinizzazione," ha detto Sherman. "Qualsiasi tipo di terapia che può promuovere la rimielinizzazione può essere un assoluto per la vita changer per i milioni di persone che soffrono di sclerosi multipla e altri disturbi correlati. "

Laboratorio di Sherman ha studiato MS e le altre condizioni in cui la mielina è danneggiata per più di 14 anni. Nel 2005, lui e il suo team di ricerca ha scoperto che una molecola di zucchero, chiamata acido ialuronico, si accumula nelle aree di danno nel cervello di uomini e animali con il cervello demielinizzanti e lesioni del midollo spinale. I loro risultati, al momento, pubblicato su Nature Medicine, ha suggerito che l'acido ialuronico si è impedito rimielinizzazione impedendo alle cellule che formano la mielina da differenziare in aree di danno cerebrale.

Il nuovo studio mostra che l'acido ialuronico stesso non impedisce la differenziazione di cellule che formano mielina. Piuttosto, prodotti di decomposizione generati da un enzima specifico che mastica l'acido ialuronico - chiamato ialuronidasi - contribuire al fallimento rimielinizzazione.

Questo enzima è molto elevata nelle lesioni cerebrali dei pazienti con SM e nel sistema nervoso degli animali con un MS-come la malattia. Il team di ricerca, che comprendeva OHSU neurologo Stephen indietro, MD, neuroscienziato e OHSU Steve Matsumoto, Ph.D., ha scoperto che bloccando l'attività ialuronidasi, che potrebbe promuovere mielina formazione di differenziazione cellulare e rimielinizzazione nei topi con il MS-simile malattia. Ancor più significativo, il farmaco che ha bloccato l'attività ialuronidasi ha portato a migliorare la funzione del nervo cellule.

Il passo successivo è quello di sviluppare farmaci che colpiscono specificamente questo enzima. "I farmaci che abbiamo usato in questo studio non poteva essere utilizzato per il trattamento di pazienti a causa dei gravi effetti collaterali che possono causare", ha detto Sherman. "Se siamo in grado di bloccare l'enzima specifico che contribuisce al fallimento rimielinizzazione nel sistema nervoso, che causerebbero probabilmente pochi, se del caso, gli effetti collaterali. "

Sherman e altri ricercatori del ONPRC sono in una posizione unica per testare farmaci di nuova concezione per la loro sicurezza e l'efficacia nei primati non umani a ONPRC che sviluppano spontaneamente un MS-come la malattia. Se trovano un farmaco che è efficace in queste scimmie, saranno in una posizione ottimale per testare farmaci in tali pazienti.

Sherman ha ammonito che la scoperta non è necessariamente il segnale di un cura per la SM. Molti altri fattori possono contribuire ai problemi legati sclerosi multipla e altre malattie demielinizzanti, ha detto. Ma scoprire le azioni di questo enzima - e trovare un modo per bloccarla - "potrebbe in testa meno a nuovi modi per promuovere la riparazione del cervello e danni al midollo spinale, sia rivolgendosi questo enzima da solo o inibendo l'enzima in combinato disposto con altre terapie ".

Fonte: Tecnologia Bioscience © 2012 Business Media Advantage (01/11/12)

28/11/12

Regione Lombardia- notizia importante

La Regione Lombardia conferma che l'avvio di sperimentazioni cliniche è possibile, secondo quanto previsto dalle vigenti disposizioni ministeriali.
Il testo della delibera:
http://www.ccsvi-lombardia.org/wordpress/wp-content/uploads/2012/11/comunicato-Regione-Lombardia-2012.11.15.pdf
la notizia è stata diffusa dal sito della sezione lombarda:
http://www.ccsvi-lombardia.org/

L'amore al tempo della sclerosi - Terra! - 25/11/2012



L'amore al tempo della sclerosi - Terra! a cura di Toni Capuozzo e Mimmo Lombezzi- 25/11/2012
Associazione "CCSVI nella Sclerosi Multipla": "Prendendo spunto dalla vicenda personale di una nostra socia, si parla di CCSVI, dei risultati che si possono ottenere con la PTA e della necessità di non perdere tempo nel far partire il Brave Dreams e gli altri studi osservazionali."
http://www.youtube.com/watch?v=8kq66HxoPGM

27/11/12

Le 5 Leggi Biologiche della Natura della Nuova Medicina Germanica

www.nuova-medicina-germanica.com

Sclerosi Multipla e NMG


DI <Sclerosi Multipla e NMG - TRATTO DA *https://www.facebook.com/photo.php?fbid=225087260940848&set=a.225087230940851.49783.225056020943972&type=1&theater*
Note estrapolate e adattate da www.albanm.com. Queste note non hanno alcuna valenza terapeutica o diagnostica, la stessa fonte invita chi è interessato alle cure, a seguire le indicazioni che si trovano sul sitowww.nuovamedicina.com sotto la voce Cure.
Secondo la Nuova Medicina Germanica è importante considerare il fatto che non si è malati di sclerosi multipla. Si riceve questa diagnosi, in base a dei sintomi che si presentano o a degli esami fatti. Con la diagnostica scoperta dal dr. Hamer, con l’aiuto di un medico o di un terapeuta esperto, è possibile indagare e capire sul perché si presentano questi sintomi, cosa li produce e cosa si può fare per provare ad “invertire la rotta”.
Per quanto riguarda il tema in generale “Sclerosi Multipla”, si tratta di un’etichetta che viene data al riscontro di sintomi diversi quali: problemi propriamente motori (spasticismo), problemi sensoriali, problemi muscolari, problemi alla vista.
In realtà sappiamo che sono sintomi diversi, che riguardano aree cerebrali diverse e conflitti diversi. Al limite un problema viene poi alimentato da un altro. Analizzando unicamente i sintomi, possiamo dire che:
L’etichetta Sclerosi multipla ha a che fare sostanzialmente con la:
CONDUZIONE DELLA MOTRICITA’: Corteccia Motoria, quella che da l’impulso al movimento. In fase di Conflitto attivo (CA) : riduzione progressiva della funzione (e mi accorgo di poco, posso essere un po impacciato nel movimento). In fase di riparazione (Pcl): ho una caduta molto forte nella prima fase (Pcl A), non arriva più l’impulso che mi permette il movimento e la parte che sta lavorando non si muove più. Fa molta paura ma è solo momentaneo.
Durante la Crisi epilettoide (CE), posso avere una crisi epilettica e poi ho un lento ripristino nella seconda fase di riparazione (Pcl B).
CONFLITTO: è un movimento interrotto (es: vorrei abbracciare, cacciare via, scappare, seguire etc… ma non posso.
ATTENZIONE: molte volte la diagnosi viene fatta dopo aver trovato delle placche bianche a TAC cerebrale, nell’area del Midollo Cerebrale che innerva la parte topica del muscolo (la sua struttura, che non centra con l’impulso al movimento).
Questo è assolutamente incongruo poiché se il problema è di conduzione del movimento, le macchie dovrebbero essere visibili nella Corteccia Motoria.
Possiamo poi attivare un conflitto ulteriore, in “seconda battuta”:
TESSUTO:. Muscolo. Innervato dal Midollo Cerebrale che in Conflitto attivo ulcera, atrofizza un po’ il muscolo. In soluzione poi (PclA) ho il muscolo che per riparare gonfia ed è un po’ flaccido. Mettiamo per esempio il muscolo di una gamba: l’effetto è quello che riesco a forzarlo un po’ ma ad un certo punto cede. Il senso è di non forzarlo troppo in un momento delicato di ripristino e cede proprio per non strappare. Durante la crisi epilettoide posso avere un crampo e poi lentamente ripristino.
CONFLITTO: è quello che il dr. Hamer definisce di svalutazione, non sentirsi abbastanza forte per…(a seconda della localizzazione avrà il suo significato: reggere, correre, trattenere etc)
Quando abbiamo una persona che presenta un problema motorio allora vale la pena di prendere in considerazione questi due conflitti ma ricordandoci di mantenerli comunque separati uno dall’altro.
Facciamo un esempio: se sono spastico alla mano (conflitto attivo della corteccia motoria), posso poi “svalutarmi” per questo e fare un’atrofia muscolare (conflitto attivo del Midollo cerebrale). Poi mi adeguo un po' alla nuova situazione, mi rilasso un po’, la muscolatura inizia a ripristinare e la mano mi diventa flaccida (soluzione del Midollo cerebrale). A quel punto mi dicono che sto peggiorando e la recidiva diventa automatica, entrando in un difficile circolo vizioso.
Invece i problemi sensoriali (corteccia sensoriale, conflitto di separazione, rottura di contatto) e i problemi all’occhio (corteccia occipitale, conflitto di “paura nella nuca”) non centrano proprio nulla con chi ha problemi motori.
COSA CENTRA LA SEDIA A ROTELLE?
Perché avendo ricevuto una diagnosi di sclerosi multipla si può finire in sedia a rotelle? Perché l’aspettativa diventa quella, e tale aspettativa viene confermata da due cose:
1) La persona inizia a portare molta attenzione al movimento dove presenta difficoltà, cerca di controllarlo, di guidarlo (impossibile!) e in questo modo non fa altro che procurarsi continue nuove recidive.
2) Il problema è l’interpretazione di cosa sta accadendo, perché il processo di riparazione è buono (sta ristrutturando) e andrebbe semplicemente lasciato fare ed assecondato, senza spaventarsi, il che vuol dire interpretandolo per quello che è. Per la medicina scolastica, le “defayances” del corpo, indicano che il quadro clinico sta peggiorando, leggendole quindi come inevitabili conferme dell’evoluzione della malattia.
Conoscendo invece le Leggi Biologiche sappiamo che le cosiddette “poussée” (quando il muscolo, nella fase vagotonica, cede o proprio a livello corticale, non arriva
l’impulso del movimento) avvengono nei momenti in cui il corpo sta riparando. Risulta evidente la difficoltà per il paziente: se ogni volta che ha un cedimento proprio perché il corpo sta riparando, invece di avere la tranquillità di “lasciarlo fare” si conferma che la malattia sta progredendo si ritroverà a confermare anche il circolo vizioso e, svalutazione dopo svalutazione, si ritroverà sulla sedia a rotelle. Sapendo invece che le poussée sono un ottimo segnale, anche se magari impegnativo, può organizzarsi in modo da assecondare quel momento di vagotonia, organizzandosi anche con la sua famiglia, in modo da lasciare che il suo corpo lavori senza angosciarsi. La fase di vagotonia (la poussée) va considerata per quello che è: un momento di convalescenza. Occorre mettere in conto un po’ di altalena dove però la persona, vagotonia dopo vagotonia, si accorge che ogni volta è un pochino più forte di prima. Questo modo di affrontare il problema è diametralmente opposto a quello della medicina accademica, ma per quello che l’esperienza può insegnarci, le persone che guariscono sono quelle che hanno accettato di concedersi il lusso della convalescenza. Il problema più angosciante in realtà è che sembrerebbe che le persone siano più disponibili ad arrendersi alla sedia a rotelle piuttosto che a cambiare qualcosa di profondo e radicato come comportamento e concedersi il riposo e il tempo necessario.
Una illuminante particolarità:
Se la persona ha le “placche bianche nel cervello” e presenta dei sintomi, le viene diagnosticato “sclerosi multipla”. Se la persona ha le “placche bianche nel cervello” ma non presenta problemi motori, allora le viene detto che ha comunque la sclerosi multipla ma a-sintomatica. Invece se ha problemi motori ma non le “macchie nel cervello”, avrà ancora una volta la sclerosi multipla ma, in questo caso, a-specifica. Quindi uno più uno fa tre!

AL VIA LA SPERIMENTAZIONE DEL METODO ZAMBONI - Regione Marche



Regione Marche 

la sperimentazione del Metodo ZAMBONI 
negli ospedali di 
Ancona, 
Civitanova Marche 

Macerata si potranno curare i malati di CCSVI


26/11/12

INTENZIONE DI AFFOSSARE BRAVE DREAMS SUL NASCERE


ASSURDO. ASSURDO. ASSURDO. ASSURDO.ASSURDO. ASSURDO.ASSURDO. ASSURDO.ASSURDO. ASSURDO.


E' CHIARA L'INTENZIONE DI AFFOSSARE BRAVE DREAMS SUL NASCERE.
"In qualità di Chairperson dello Steering Committee e dopo averne avuto approvazione dalla maggioranza dei suoi componenti, non possiamo autorizzare l’inclusione del Centro di Padova nello studio Brave Dreams”. Si conclude così la lettera che la dottoressa Graziella Filippini ha inviato ieri (venerdì 24 novembre) al professor Giampiero Avruscio, direttore della Medicina specialistica dell’Ospedale S. Antonio (Ulss 16) di Padova.
“Infatti – come precisa l’ufficio stampa....."
http://www.estense.com/?p=260214



INTERVENTO SU ZAMBONI PADOVA




la storia della SM

di :Stefano Balbo
se conosciamo la storia della SM scopriamo che appena dopo pochi anni ben tre patologi avevano notato e documentato un elevato numero di pazienti con la sm affetti da stenosi giugulari e azigos. In quel tempo si poteva dichiarare la sm con certezza attraverso un autopsia. All'inizio del 900 e fino ad ora (credo in Francia) si sono effettuati esperimenti su animali, hanno bloccato le giugulari a cani e topi, dopo 10/12 mesi si sono ammalati di sm. Commentate voi..

i frollini

E' la ricetta per fare i frollini GENETICAMENTE MODIFICATI:

200 gr farina
120 gr burro
80 gr zucchero
2 tuorli
bustina di vaniglia
scorza grattuggiata di limone o limoncello
5 grammi di m....a

Impastare bene la ma**a con il burro, quindi inserire la farina, i tuorli delle uova, la vaniglia, la buccia di limone grattugiata, lo zucchero lavorarli velocemente
fare raffreddare in frigo almeno un'ora e poi fare i biscotti e infornarli a 190°






25/11/12

BUON NATALE 2012 - Caro Babbo Natale, vorrei tanto...



UNA LETTERA PER TE CARO BABBO
Caro Babbo Natale, vorrei tanto....CHE L'ASIM ACCETTASSE IL TRATTAMENTO PER LA CCSVI - CHIAMATASI MALFORMAZIONE VASCOLARE CODICE PROCEDURA DRG 3959.... ABBIAMO PROVATO TUTTI I TIPICI MEDICINALI CHE IN TEORIA DOVEVANO FARCI MIGLIORARE...COME TYSABRI, MITOXANTRONE, INTERFERONI ECC.... MA COSA NE ABBIAMO RICAVATO?
CHI TUMORI
CHI SPAPPOLAMENTO AL FEGATO
CHI ENCEFALOPATIE
CHI POSITIVITA' ALLA JVC
E MOLTI ALTRE ...

CHIEDO A TE DI METTERE UNA BUONA PAROLA ..E DI APRIRE IL CUORE DEI NEUROLOGI E FARGLI CAPIRE CHE NOI ASPETTIAMO DA ANNI ...PICCOLI MA GRANDI MIGLIORAMENTI
CHE LA PTA IN MOLTI CASI DA'
non ci aspettiamo iol miracolo..ma vogliamo ricominciare a sorridere

24/11/12

CCSVI E PTA


SE PARLIAMO CHE La CCSVI è una malformazione venosa che si viene a formare durante i mesi di gestazione...ECCO A VOI....una VITTORIA....DAI NOSTRI PICCOLINI....
perche?!!!???
PERCHE' LA VITA E' UNA SFIDA


BY SAM

molti di voi aspettano con ansia di operarsi tramite PTA ma nell'attesa è indispensabile sottolineare che:


** La CCSVI è una malformazione venosa che si viene a formare durante i mesi di gestazione;


** Trattandosi di "malformazioni" non si può pretendere di trovarle tutte uguali, ecco perchè i risultati degli interventi di angioplastica variano da persona a persona;


** Le vene, a differenza delle arterie, sono molto elastiche, ecco perchè può capitare che restino stenotiche nonostante il pallonamento tramite PTA;


** La riuscita dell'intervento di PTA è relativa alla gravità delle malformazioni delle vene e dal trattamento subito;


** Ad oggi
NON
esistono stent adatti alle vene ed il professor Zamboni ne ha sempre sconsigliato l'uso;


** Dopo un intervento di PTA sarebbe opportuno valutare i "miglioramenti" almeno dopo 2-3 mesi dallo stesso, quelli immediati sono spesso di passaggio e terminano a brave distanza lasciando solo grande sconforto;


** La PTA è tutt'ora un intervento sperimentale, non perchè non si siano mai effettuate angioplastiche dilatative ma perchè prima d'ora non si era mai esplorato il sistema venoso.


** Il professor Zamboni ha avuto un riscontro del 45% circa di restenosi, nei pazienti operati tramite PTA.


** Nei trattamenti di PTA a cui fin'ora i pazienti sono stati sottoposti, non un solo riscontro è stato certificato in una raccolta dati con l'intenzione di confrontarli con i successivi o i precedenti, questo perchè l'interesse generale non è stato quello di perseguire l'evoluzione della scienza ma ben altro.


** Uno Studio Clinico Controllato tramite approvazione del Comitato Etico e tramite SSN nella salvaguardia della tutela e del rispetto della salute dei pazienti;



** Fate tesoro delle esperienze altrui pretendendo il vostro diritto alla salute

** Diffidate di chi vi promette miracoli perchè l'intervento di PTA <NON VI GUARIRA' dai danni procurati dalla SM> , quelli purtroppo non ve li toglierà più nessuno!


** Se avete la fortuna di avere una malformazione venosa non grave, potete sperare in un unico intervento e BLOCCARE LA PROGRESSIONE della vostra SM, MA NON IN TUTTE LE TIPOLOGIE DI SM.

POSSO SOLO DIRVI....CHE VI VOGLIO BENE E DOVETE FARE ATTENZIONE ........NON ANDATE DAL PRIMO CHE VI DICE......IO TE LA FACCIO..MA INFORMATI BENE CON I TUOI AMICI ....PER EVITARE DI INCAPPARE IN PERSONAGGI <NON PROFESSIONALI>

E CON UN PASSETTO ALLA VOLTA <NOI SAREMO I VINCITORI>



Mitoxantrone


Mitoxantrone (Novatrone®, Onkotrone®)



 www.aimac.it/page.php?idtree=mqyY

INTRODUZIONE
I Profili Farmacologici sono schede che danno informazioni sintetiche sui farmaci antitumorali, sul modo in cui essi si somministrano e sugli effetti collaterali cui possono dare adito. È consigliabile leggere ciascuna scheda insieme al libretto La chemioterapia (La Collana del Girasole) - che fornisce informazioni più dettagliate e anche alcuni consigli sul modo in cui affrontare il trattamento - e, se disponibile, al libretto sulla patologia tumorale da cui siete affetti.

Lo scopo di queste informazioni è di prepararvi al colloquio con l’oncologo in modo da rivolgergli tutte le domande cui desiderate avere una risposta relativamente al trattamento e agli effetti collaterali: l’oncologo è, infatti, l’unico che possa aiutarvi e darvi i consigli giusti per il vostro caso. Egli vi terrà sotto rigorosa sorveglianza per l’intera durata del trattamento in modo che possa controllarne gli effetti.


CHE COS’È IL MITOXANTRONE

Il mitoxantrone è un agente chemioterapico usatp per il trattamento di diverse neoplasie, in particolare del carcinoma metastatico dellamammella, della leucemia mieloide cronica, della leucemia acuta non linfocitica nell’adulto, del linfoma non Hodgkin e del carcinoma epatocellulare. 


CHE ASPETTO HA
Una volta disciolta la polvere, il mitoxantrone si presenta come liquido di colore blu scuro.




COME SI SOMMINISTRA

Il mitoxantrone si somministra:
  • per iniezione in vena attraverso una cannula, un tubicino sottile che viene introdotto in una vena del braccio o della mano;
  • per infusione in vena (somministrazione goccia a goccia) attraverso una cannula; attraverso il catetere venoso centrale che viene inserito sotto cute in una vena vicino alla clavicola; attraverso la linea cosiddetta PICC, acronimo dall'inglese peripherally inserted central catheter, che è inserita in una vena periferica, di solito del braccio.




POTENZIALI EFFETTI COLLATERALILe reazioni alla chemioterapia variano da individuo a individuo. Non necessariamente gli effetti collaterali menzionati compariranno in tutti i pazienti che ricevono il mitoxantrone. Va, inoltre, tenuto presente che gli effetti collaterali possono variare se il trattamento è effettuato con una combinazione di chemioterapici anziché con un solo farmaco.

Tutti i chemioterapici producono sensazione di fatica (astenia) e diminuzione dell’appetito. Anche queste possono insorgere in forma lieve o severa. L’astenia può essere legata all’anemia. Discutetene sempre con l’oncologo.

Si descrivono di seguito gli effetti collaterali più comuni e anche i meno frequent del mitoxantrone, mentre sono stati tralasciati quelli molto rari. L’obiettivo è di prepararvi ad affrontarli nel caso in cui si manifestino. È necessario comunicare all’oncologo che vi ha in cura qualunque effetto collaterale che ritenete possa essere connesso con la terapia. 

Effetti collaterali comuni

Temporanea riduzione della produzione di cellule ematiche da parte del midollo osseo. La diminuzione dei globuli rossi provoca la diminuzione dell’emoglobina e quindi l’anemia, che si manifesta principalmente con sensazione di spossatezza fisica; la diminuzione dei globuli bianchi facilita l’insorgere di infezioni, il cui segno è la febbre, di solito con brivido; la diminuzione delle piastrine provoca ecchimosi, ossia lividi, o emorragie. La ridotta funzionalità del midollo osseo può manifestarsi circa sette giorni dopo la somministrazione del farmaco, raggiungendo usualmente i valori minimi 10-14 giorni dopo la chemioterapia. Quindi il conteggio delle cellule ematiche ricomincia a salire costantemente e di solito si normalizza entro 21-28 giorni.

Il conteggio delle cellule ematiche diminuisce in funzione della dose di chemioterapico e dell’impiego di uno solo o più farmaci. Se la chemioterapia prevede l’associazione di più chemioterapici, la probabilità di andare incontro a una diminuzione delle cellule ematiche è più alta. Per questo sarete sottoposti a esami periodici del sangue per controllare la funzionalità del midollo osseo. Qualora si riscontri una netta diminuzione del conteggio delle cellule ematiche, l’oncologo potrebbe decidere di rinviare la somministrazione di qualche giorno per permettere il recupero della funzionalità del midollo osseo.

Se la temperatura sale oltre 38° C o se sviluppate ecchimosi o emorragie senza apparente motivo, mettetevi subito in contatto con l’oncologo o con l’ospedale.

Nausea e vomito. Nonostante vengano somministrati sempre, assieme alla chemioterapia, farmaci molto efficaci, detti antiemetici, per prevenire o ridurre sensibilmente la nausea e il vomito, questi possono insorgere ugualmente, in un intervallo che va da poche ore dopo il trattamento sino ai giorni seguenti, e possono durare anche per alcuni giorni. Se la nausea non è controllabile o persiste, informate l’oncologo, che non esiterà a prescrivervi un altro antiemetico più efficace.




EFFETTI COLLATERALI MENO FREQUENTI

Dolore o ulcere del cavo orale, con o senza modeste alterazioni del gusto.
Durante il trattamento, potreste avvertire una sensazione di dolore alla bocca, che potrebbe essere particolarmente secca, e potreste notare la presenza di piccole ulcere. Per prevenire quest'effetto collaterale, è importante assumere molti liquidi ed eseguire una regolare pulizia dei denti con uno spazzolino morbido. Le eventuali alterazioni del gusto scompariranno al termine della chemioterapia. Se avete uno di questi problemi, informate l’oncologo, che potrà prescrivere collutori speciali e farmaci per prevenire o curare eventuali infezioni del cavo orale.

Diarrea. Se si presenta, è in forma lieve (una-due scariche al giorno); raramente è severa. Può essere controllata facilmente con i comuni farmaci antidiarroici. Se si presentasse in forma severa, potrebbe essere necessario sospendere il trattamento o ridurre le dosi della chemioterapia. In ogni caso, è necessario bere molto per reintegrare i liquidi perduti.

Caduta dei capelli. Comincia di solito dopo tre-quattro settimane dalla somministrazione della prima dose di chemioterapia, ma può evidenziarsi anche prima. I capelli possono cadere completamente oppure diradarsi. Anche le ciglia, le sopracciglia e altri peli che ricoprono il corpo possono diradarsi fino a cadere. Il fenomeno è comunque temporaneo e i capelli cominceranno a ricrescere una volta che il trattamento si sarà concluso. 

Temporanea riduzione della funzione epatica. Il mitoxantrone può alterare la funzionalità epatica, che si normalizzerà comunque alla conclusione del trattamento. Si verifica solo un modesto aumento dei valori dell’enzima transaminasi, ma senza che compaiano sintomi.

Alterazione dell’attività cardiaca. Si manifesta con tachicardia (accelerazione del battito cardiaco con pulsazioni oltre i 90 battiti al minuto) persistente e difficoltà respiratoria. Si tratta di un effetto molto raro se la dose totale di farmaco non supera quella prevista, mentre la probabilità aumenta in caso di dosi elevate o di pazienti con problemi cardiaci. Se insorge, si presenta tardivamente, dopo molti cicli di terapia, perché si manifesta con l’accumulo delle dosi di farmaco nel tempo. In rari casi può condurre allo scompenso cardiaco.    

Reazioni allergiche. Il mitoxantrone, come qualsiasi altro farmaco, può provocare reazioni allergiche, come lo sviluppo di un’eruzione cutanea accompagnata da prurito, rialzo termico, brividi, rossore localizzato al volto, senso di vertigini, cefalea, mancanza di respiro, ansia e aumento della minzione. Questi disturbi possono venire in forma lieve o in forma severa, ed in questo caso richiedono un trattamento appropriato.




ULTERIORI INFORMAZIONIAlcuni farmaci potrebbero interferire con la chemioterapia. Per questo motivo, comunicate all’oncologo quali farmaci assumete prima di cominciare il trattamento e consultatelo prima di assumere altri farmaci.

Fuoriuscita di liquido dal sito di puntura. Se i farmaci fuoriescono dal sito di puntura, possono danneggiare il tessuto circostante. Per tale motivo, se durante la somministrazione o nelle ore successive avvertite dolore o bruciore nell’area intorno al sito di puntura o intorno alla vena o se notate una fuoriuscita di liquido, informate immediatamente l’oncologo o un infermiere/a.

Modificazione del colore delle urine. Alcuni farmaci possono rendere scure le urine. Questo fenomeno è abbastanza normale e può persistere per le 24 ore successive al trattamento.

Fertilità. La chemioterapia potrebbe provocare amenorrea, ossia l’interruzione del flusso mestruale. Di conseguenza si potrebbero manifestare i sintomi tipici dell'età pre-menopausale, con vampate di calore, eccessi di sudore e secchezza vaginale. È generalmente un fenomeno che cessa al termine della terapia. Poiché i farmaci chemioterapici provocano mutazioni cellulari, è assolutamente sconsigliabile una gravidanza prima di cinque anni dal termine della chemioterapia. Nei giovani maschi può insorgere sterilità, che in una piccola percentuale di persone sarà permanente. Va quindi valutata l’opportunità della preservazione dello sperma presso la banca del seme prima dell’inizio della chemioterapia.

Esposizione al sole. Attraverso la circolazione i farmaci chemioterapici si diffondono su tutti i tessuti, inclusa la pelle. Il contatto prolungato con le radiazioni solari può causare arrossamenti, anche severi, e scottature. Per tale motivo, durante la chemioterapia è sconsigliata l’esposizione diretta e prolungata al sole, ovvero è raccomandato l’impiego di creme solari ad alta protezione.

Allattamento. Non è consigliato allattare al seno durante la terapia con il mitoxantrone.

Endoxan

Ciclofosfamide (Endoxan Baxter®)

 www.aimac.it/page.php?idtree=mqyW

INTRODUZIONEI Profili Farmacologici sono schede che danno informazioni sintetiche sui farmaci antitumorali, sul modo in cui essi si somministrano e sugli effetti collaterali cui possono dare adito. È consigliabile leggere ciascuna scheda insieme al libretto La chemioterapia (La Collana del Girasole) - che fornisce informazioni più dettagliate e anche alcuni consigli sul modo in cui affrontare il trattamento - e, se disponibile, al libretto sulla patologia tumorale da cui siete affetti.

Lo scopo di queste informazioni è di prepararvi al colloquio con l’oncologo in modo da rivolgergli tutte le domande cui desiderate avere una risposta relativamente al trattamento e agli effetti collaterali: l’oncologo è, infatti, l’unico che possa aiutarvi e darvi i consigli giusti per il vostro caso. Egli vi terrà sotto rigorosa sorveglianza per l’intera durata del trattamento in modo che possa controllarne gli effetti.



CHE COS’È LA CICLOFOSFAMIDE

La ciclofosfamide è un agente chemioterapico usato nel trattamento di diverse neoplasie, in particolare dei linfomi, della leucemia linfatica cronica, del cancro dell’ovaio, della mammella e della vescica. Può essere utilizzata ad alte dosi per il trattamento preparatorio al trapianto di cellule staminali emopoietiche (le cellule progenitrici che generano le cellule del sangue). 




CHE ASPETTO HA

Una volta disciolta la polvere, la ciclofosfamide si presenta come liquido chiaro. È disponibile anche sotto forma di compresse bianche o rosa da 50 mg.




COME SI SOMMINISTRA 

La ciclofosfamide si somministra:
  • per infusione in vena attraverso una cannula, un tubicino sottile che viene introdotto in una vena del braccio o della mano; attraverso il catetere venoso centrale che viene inserito sotto cute in una vena vicino alla clavicola; attraverso la linea cosiddetta PICC, acronimo dall'inglese peripherally inserted central catheter, che è inserita in una vena periferica, di solito del braccio;
  • per bocca. Le compresse devono essere assunte senza masticare bevendo molta acqua.


POTENZIALI EFFETTI COLLATERALILe reazioni alla chemioterapia variano da individuo a individuo. Non necessariamente gli effetti collaterali menzionati compariranno in tutti i pazienti che ricevono la ciclofosfamide Va, inoltre, tenuto presente che gli effetti collaterali possono variare se il trattamento è effettuato con una combinazione di chemioterapici anziché con un solo farmaco.

Tutti i chemioterapici producono sensazione di fatica (astenia) e diminuzione dell’appetito. Anche queste possono insorgere in forma lieve o severa. L’astenia può essere legata all’anemia. Discutetene sempre con l’oncologo.

Si descrivono di seguito gli effetti collaterali più comuni e anche i meno frequenti, della ciclofosfamide, mentre sono stati tralasciati quelli molto rari. L’obiettivo è di prepararvi ad affrontarli nel caso in cui si manifestino. È necessario comunicare all’oncologo che vi ha in cura qualunque effetto collaterale che ritenete possa essere connesso con la terapia. 

Effetti collaterali comuni

Temporanea riduzione della produzione di cellule ematiche da parte del midollo osseo. La diminuzione dei globuli rossi provoca la diminuzione dell’emoglobina e quindi l’anemia, che si manifesta principalmente con sensazione di spossatezza fisica; la diminuzione dei globuli bianchi facilita l’insorgere di infezioni, il cui segno è la febbre, di solito con brivido; la diminuzione delle piastrine provoca ecchimosi, ossia lividi, o emorragie. La ridotta funzionalità del midollo osseo può manifestarsi circa sette giorni dopo la somministrazione del farmaco, raggiungendo usualmente i valori minimi 10-14 giorni dopo la chemioterapia. Quindi il conteggio delle cellule ematiche ricomincia a salire costantemente e di solito si normalizza entro 21-28 giorni.

Il conteggio delle cellule ematiche diminuisce in funzione della dose di chemioterapico e dell’impiego di uno solo o più farmaci. Se la chemioterapia prevede l’associazione di più chemioterapici, la probabilità di andare incontro a una diminuzione delle cellule ematiche è più alta. Per questo sarete sottoposti a esami periodici del sangue per controllare la funzionalità del midollo osseo. Qualora si riscontri una netta diminuzione del conteggio delle cellule ematiche, l’oncologo potrebbe decidere di rinviare la somministrazione di qualche giorno per permettere il recupero della funzionalità del midollo osseo.

Se la temperatura sale oltre 38° C o se sviluppate ecchimosi o emorragie senza apparente motivo, mettetevi subito in contatto con l’oncologo o con l’ospedale.

Nausea e vomito. Nonostante vengano somministrati sempre, assieme alla chemioterapia, farmaci molto efficaci, detti antiemetici, per prevenire o ridurre sensibilmente la nausea e il vomito, questi possono insorgere ugualmente, in un intervallo che va da poche ore dopo il trattamento sino ai giorni seguenti, e possono durare anche per alcuni giorni. Se la nausea non è controllabile o persiste, informate l’oncologo, che non esiterà a prescrivervi un altro antiemetico più efficace.

Caduta dei capelli. Comincia di solito dopo tre-quattro settimane dalla somministrazione della prima dose di chemioterapia, ma può evidenziarsi anche prima. I capelli possono cadere completamente oppure diradarsi. Anche le ciglia, le sopracciglia e altri peli che ricoprono il corpo possono diradarsi fino a cadere. Il fenomeno è comunque temporaneo e i capelli cominceranno a ricrescere una volta che il trattamento si sarà concluso. 



EFFETTI COLLATERALI MENO FREQUENTI
Cistite. La ciclofosfamide può irritare la vescica, causando sensazione di bruciore e frequente bisogno di urinare. Al fine di prevenire l’insorgenza di questo disturbo, è necessario bere molto (almeno 2 litri) nelle 24 ore immediatamente successive alla somministrazione della chemioterapia.

Temporanea riduzione della funzione epatica. La ciclofosfamide può alterare la funzionalità epatica, che si normalizzerà comunque alla conclusione del trattamento. Difficilmente ciò vi darà dei problemi, ma sarete tenuti sotto rigorosa sorveglianza dall’oncologo, anche sottoponendovi periodicamente a prelievi di sangue per controllare la funzione epatica.

Dolore o ulcere del cavo orale, con o senza modeste alterazioni del gusto.Durante il trattamento, potreste avvertire una sensazione di dolore alla bocca, che potrebbe essere particolarmente secca, e potreste notare la presenza di piccole ulcere. Per prevenire quest'effetto collaterale, è importante assumere molti liquidi ed eseguire una regolare pulizia dei denti con uno spazzolino morbido. Le eventuali alterazioni del gusto scompariranno al termine della chemioterapia. Se avete uno di questi problemi, informate l’oncologo, che potrà prescrivere collutori speciali e farmaci per prevenire o curare eventuali infezioni del cavo orale.

Diarrea. Se si presenta, è in forma lieve (una-due scariche al giorno); raramente è severa. Può essere controllata facilmente con i comuni farmaci antidiarroici. Se si presentasse in forma severa, potrebbe essere necessario sospendere il trattamento o ridurre le dosi della chemioterapia. In ogni caso, è necessario bere molto per reintegrare i liquidi perduti.

Alterazione delle unghie. Le unghie possono scurirsi o solcarsi, ma riprenderanno il loro aspetto normale qualche mese dopo la conclusione del trattamento.

Congiuntivite. Saltuariamente si può manifestare un modesto arrossamento della congiuntiva (la membrana mucosa che ricopre il bulbo oculare e la parte interna delle palpebre), accompagnato o meno da lacrimazione. Può venire facilmente controllato con l’impiego di un collirio.

Reazioni cutanee. La cute potrebbe scurirsi a seguito dell’eccessiva produzione di pigmento, ma ciò si verifica raramente.

ULTERIORI INFORMAZIONIAlcuni farmaci potrebbero interferire con la chemioterapia. Per questo motivo, comunicate all’oncologo quali farmaci assumete prima di cominciare il trattamento e consultatelo prima di assumere altri farmaci.

Fuoriuscita di liquido dal sito di puntura. Se i farmaci fuoriescono dal sito di puntura, possono danneggiare il tessuto circostante. Per tale motivo, se durante la somministrazione o nelle ore successive avvertite dolore o bruciore nell’area intorno al sito di puntura o intorno alla vena o se notate una fuoriuscita di liquido, informate immediatamente l’oncologo o un infermiere/a.

Modificazione del colore delle urine. Alcuni farmaci possono rendere scure le urine. Questo fenomeno è abbastanza normale e può persistere per le 24 ore successive al trattamento.

Fertilità. La chemioterapia potrebbe provocare amenorrea, ossia l’interruzione del flusso mestruale. Di conseguenza si potrebbero manifestare i sintomi tipici dell'età pre-menopausale, con vampate di calore, eccessi di sudore e secchezza vaginale. È generalmente un fenomeno che cessa al termine della terapia.

Poiché i farmaci chemioterapici provocano mutazioni cellulari, è assolutamente sconsigliabile una gravidanza prima di cinque anni dal termine della chemioterapia. Nei giovani maschi può insorgere sterilità, che in una piccola percentuale di persone sarà permanente. Va quindi valutata l’opportunità della preservazione dello sperma presso la banca del seme prima dell’inizio della chemioterapia.

Esposizione al sole. Attraverso la circolazione i farmaci chemioterapici si diffondono su tutti i tessuti, inclusa la pelle. Il contatto prolungato con le radiazioni solari può causare arrossamenti, anche severi, e scottature. Per tale motivo, durante la chemioterapia è sconsigliata l’esposizione diretta e prolungata al sole, ovvero è raccomandato l’impiego di creme solari ad alta protezione.