LE COMPLICANZE DA PUNTURA LOMBARE (RACHICENTESI) NELLA SCLEROSI MULTIPLA.
NEUROLOGO PROF. GIANLUIGI MANCARDI
LA
 DIAGNOSI DI SM È UNA DIAGNOSI CLINICA, CHE SI BASA QUINDI SULLA STORIA 
CLINICA DEL PAZIENTE E SULL'ESAME NEUROLOGICO, 
----> NON ESISTENDO 
"UN ESAME" SPECIFICO PER LA MALATTIA. 
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Complicanze
Brevemente prendiamo in considerazione le complicanze neurologiche maggiori dopo blocco nevrassiale. 
Esse sono:
- Trauma midollare o radicolare diretto (Danno da ago o catetere, Tossicità da anestetico locale)
- Ematoma spinale (disturbi coagulativi, Malformazione vascolare, Tumori, Trauma da ago)
- Ematoma intracranico
- Ischemia midollare (sindrome spinale anteriore)
- Infezione (Ascesso peridurale, Meningite batterica esogena, Meningite batterica endogena)
Qualche cenno su Incidenza e epidemiologia delle CN.
La
 reale incidenza di complicanze neurologiche (CN) non è nota. Essa varia
 molto (da 0 a 0,08%) a seconda delle varie casistiche. Una buona fonte 
di riferimento, a carattere indicativo, è il lavoro di Cheney. Su 4183 
casi denunciati, il 16% riguardano danni riferibili ad anestesia. Tra 
questi: 105 danni radicolari (molto spesso accompagnati da 
parestesia radicolare) e 84 midollari (spesso in concomitanza di anticoagulazione).
Un altro importante studio Finlandese del 1997 riporta i seguenti eventi sfavorevoli:
Paraplegia - Cauda equina - Altri deficit neurologici - Paresi peroneale - Infezioni
Spinale (550.000): 5 - 1 - 7 - 6 - 4
Epidurale (170,000): 1 - 1 - 1 - 1 - 2
Le complicanze dopo epidurale, in questo report, è dello 0,003%, mentre dopo spinale è dello 0,0041%.
Auroy
 ha redatto nel 1997 il più grande studio prospettico trasversale sulla 
ALR (anestesia loco regionale). Per 5 mesi in Francia sono stati 
riportati gli eventi avversi riferibili a 103730 blocchi regionali:
Paraplegia - Cauda equina - Deficit neurologici - Radicolopatia
Spinale (40640): 0 - 5 - 24 - 19
Epidurale (30143): 1 - 1 - 6 - 5
Casistiche di altri Autori riportano percentuali più o meno sovrapponibili.
Vediamo ora in dettaglio queste complicanze.
Radicolopatia:
 la radicolopatia si presenta usualmente con una ipoestesia nel 
territorio della radice interessata e occasionalmente con una lieve 
ipostenia.
Scott riferisce su 14856 spinali, uno 0,0054% di 
neuropatie. Il trauma diretto da ago è fortemente sospettato nel caso di
 parestesie persistenti.
Nella casistica di Auroy sembra emergere 
una qualche responsabilità della lidocaina rispetto ad altre molecole 
nell’insorgenza dei sintomi. Su 7 casi di parestesie persistenti dopo 
peridurale in ostetricia (2 irrisolte, 2 di durata superiore al mese) la
 parestesia all’introduzione del catetere è costante.
Importanza 
del dolore acuto all’introduzione o alla rimozione dell’ago spinale: 
esso può essere una spia da non sottovalutare di eventi anche 
catastrofici come la lesione diretta del midollo spinale. Studi 
prospettici hanno registrato un allarmante errore di uno spazio nel 50% 
dei casi e di due spazi nel 5%
Le parestesie: la 
parestesia si può presentare sia durante l’introduzione del catetere 
nello spazio epidurale che, seppur con minor frequenza, nella puntura 
spinale.
Nella casistica di Horlocker, l’incidenza di parestesia 
persistente e di 1:75 nel gruppo con parestesie al momento della puntura
 e di 1:2200 nel gruppo senza parestesia all’introduzione dell’ago. Tali
 dati devono far riflettere sul valore predittivo della parestesia come 
“marker” di possibili radicolopatie postoperatorie.
Il ruolo degli
 anestetici locali: alle complicanze legate all’accesso intratecale si 
aggiungono i potenziali problemi legati alle alte concentrazioni di 
anestetici locali sia per maldistribuzione all’interno del liquor che 
per una loro eventuale tossicità.
La lidocaina e la tetracaina si sono mostrate in vitro più tossiche istologicamente ed elettrofisiologicamente della buvicaina.
La sindrome della cauda equina (CE):
 anche tale sindrome (SCE) può insorgere a seguito di puntura lombare 
per un insulto diretto nell’ultimo tratto midollare, ma più che al 
trauma diretto essa la si attribuisce all’anestetico introdotto (in 
particolare la lidocaina), per il quale si può invocare una tossicità 
locale da maldistribuzione,
Oltre alla tossicità legata alle 
caratteristiche chimico-fisiche degli anestetici locali e dei 
conservanti impiegati nella loro preparazione commerciale, è utile 
ricordare la possibilità di eventi, anche gravi e gravissimi, legati 
all’erronea somministrazione nello spazio epidurale di varie sostanze, 
fattore questo legato, spesso, a disattenzione dovuta ad eccessivi 
carichi di lavoro.
L’ematoma intracranico e la sindrome 
dell’arteria spinale anteriore sono ulteriori affezioni che possono 
insorgere a seguito di puntura lombare, anche se nella maggior parte dei
 casi sono da invocare cause da patologie concomitanti.
Qui basti 
ricordare che fra le cause di tali complicanze da puntura lombare, si 
annovera la vasocostrizione da adrenalina aggiunta agli anestetici 
locali e la puntura da ago della arteria spinale anteriore nel punto in 
cui transita nel forame intervertebrale.
Le infezioni:
 la frequenza stimata nella popolazione generale è di 1,2:100.000. La 
somma di più di 680.000 casi di anestesia ostetrica analizzati dal 1966 
al 1998 non dà casi di meningite, ma Sadove riferisce di 3 casi di 
meningite su 20.000. La sorgente di infezione può essere esogena 
(operatore, contaminazione del materiale) o endogena (cute, sito infetto
 a distanza)
La meningite è più frequente dopo puntura spinale dopo lesione dell’involucro durale.
Ascesso epidurale:
 l’agente più comune è lo staphiloccus aureus. La flora saprofita nasale
 dell’anestesista è la più frequente causa esogena in caso di ascesso 
epidurale.
Baker ha redatto una rewiew dei casi dal 1947 al 1974 
stimando una incidenza tra lo 0.002 e lo 0.012% nella popolazione 
generale ospedaliera.
Al di là di fattori di rischio che possono 
favorire lo sviluppo di una infezione (diabete, steroidi, febbre, 
infezioni preoperatorie,tumori) , estrema importanza viene data alla 
medicazione occlusiva impermeabile: l’accumulo di sudore favorirebbe la 
crescita batterica (Hoffman,1992)
Aracnoidite: è un disturbo infiammatorio evolutivo, la cui precisa etiologia rimane sconosciuta.
Parnass
 stima l’incidenza da 1:10.000 a 1:25000. Forti sospetti si appuntano 
sul danno chimico dovuto a conservanti, quali il metabisolfito o 
disinfettanti. Tale sospetto troverebbe effettivo riscontro nella 
analisi di Sklar che riscontrò una aracnoidite solo in pazienti 
provenienti dal Sud America dove quelle sostanze non erano ancora state 
vietate.
In 18 casi descritti l’aracnoidite è insorta dopo 
anestesia epidurale condotta senza alcun problema, tranne in un caso 
dove il tentativo di eseguire un blocco epidurale fu seguito da dolore 
lancinante a una gamba non più risolto.
Patogenesi del danno neurologico periferico (DNP)
Premessa.
Si
 accenna qui di seguito, brevemente, al meccanismo ipotizzato che 
conduce al DNP, rimandando alla bibliografia per una consultazione più 
approfondita.
L’insorgenza di un danno neurologico dopo la 
esecuzione di un blocco nervoso a scopo anestesiologico, antalgico o 
diagnostico, è una evenienza temuta, anche se il più delle volte 
reversibile, con sequele permanenti possibili, seppur molto rare.
Gli studi su tale patologia riguardano ovviamente tutti i tronchi nervosi eventualmente bersaglio del DN.
In una casistica di 1541 casi di denuncia per danni da anestesia, 227 riguardavano lesioni nervose periferiche.
Si riportano le seguenti percentuali a carico di un plesso o tronco nervoso (Wulf,Striepling,1990):
- nervo ulnare 30%
- plesso brachiale 26%
- nervi del plesso lombosacrale 16%
Ovviamente
 tali percentuali comprendono diverse situazioni che riguardano molti 
fattori etiologici che possono condurre a un danno da anestesia loco 
regionale, non limitate alla sola puntura da ago.
Patogenesi.
Molti sono i fattori causali in gioco, specialmente nei casi di danno maggiore con reliquati permanenti.
Tra
 questi sembra assumere particolare importanza l’iniezione accidentale 
intrafascicolare che può determinare il formarsi di pressioni elevate 
all’interno di tale compartimento nervoso,con un meccanismo di 
compressione dei vasa nervorum. In questo caso il danno sarebbe di 
natura ischemica.
Altro elemento è quello rappresentato dalla 
tossicità neurologica degli anestetici locali, il cui meccanismo 
riconoscerebbe una inibizione della vasodilatazione mediata 
dall’endotelio (prostaciclina) e alla interruzione della sintesi delle 
prostaglandine vasodilatatrici.
La concentrazione dell’anestetico,
 la sua tossicità intrinseca e soprattutto la presenza di adrenalina 
nella soluzione anestetica possono giocare a loro volta un ruolo nella 
genesi del danno.
Oltre ai fattori sopra ricordati,uno dei 
maggiori determinanti della comparsa di DN dopo blocco periferico, si 
ritiene sia la formazione di un ematoma in sede intra o epinervosa.
Sarebbe
 quindi l’ematoma a creare la degenerazione assonale e l’edema 
responsabili della sofferenza nervosa, per effetto della cascata di 
mediatori dell’infiammazione.
Nella formazione dell’ematoma va 
riconosciuta la causa accidentale e certamente non voluta, ma essa non 
va invocata qualora si siano verificate una o più delle seguenti 
circostanze, che devono essere considerate una chiara evidenza di 
imperizia oggettivamente indiscutibile. E cioè:
- Scarsa conoscenza anatomica
- Asepsi inadeguata
- Punture multiple
Considerazioni
Abbiamo
 esaminato, a grandi linee, come la procedura che utilizza l’anestesia 
locoregionale per i tronchi nervosi riconosce una multifattorialità 
etiologica.
Molti di questi fattori riconoscono cause ancora oggi 
non ben chiarite, molti altri non sicuramente attribuibili a procedure 
non diligenti, altri invece sicuramente riconoscono errori di procedura 
riferibili a negligenza e imperizia
Da quanto sopra esposto, 
risulta chiaro che il tipo di procedura anestesiologica (puntura 
peridurale) è alla base di processi reattivi che interessano sia le 
radici spinali che gli involucri meningo-midollari .
In 
particolare abbiamo visto come l’etiologia infettiva può essere 
responsabile solo di una quota di tali reazioni, mentre addirittura più 
frequente risulta essere quella chimico-fisica legata alla meccanica 
della introduzione dell’ago e alla quantità-tollerabilità-qualità 
dell’anestetico.
E’ evidente che la frequenza di tali reazioni è 
direttamente proporzionale agli atti di puntura spinale eseguiti che 
vengono riferiti come plurimi a significare di un inizialmente erroneo o
 inadatto livello di introduzione dell’ago.
Inoltre risulta un 
campanello di preallarme l’insorgenza di alterazioni sensitive legate al
 territorio di applicazione dell’anestesia, cosa che spesso i pazienti 
riferiscono con dovizia di particolari.
Per quanto riguarda la 
persistenza del disturbo neurologico sensitivo è ammesso in letteratura 
che esso possa cronicizzarsi anche nell’arco di molti mesi senza che sia
 possibile oggettivare strumentalmente la disfunzione neuro elettrica 
mediante accertamenti specifici.
E’ chiaro che la specificità 
della reazione neurologica sensitiva pone seri problemi di diagnostica 
differenziale tale per cui questi pazienti sovente vengono rimbalzati 
nelle varie branche specialistiche senza che si giunga in tempi 
accettabili ad una diagnosi univoca che raccordi il dato anamnestico con
 quello clinico.
E’ questa la ragione per cui il più delle volte 
chi è affetto da esiti, magari sfumati, di interessamento radicolare, 
giunge al lettino dello psichiatra come ultima spiaggia proprio perchè 
dal punto di vista neuro organico non si è riusciti ad oggettivare il 
livello e il territorio di distribuzione.
Conclusioni
Sulla
 scorta della esperienza clinica personale e di quanto si può estrarre 
dalla letteratura internazionale, (cui eventualmente si rimanda), 
riteniamo che molti disturbi riferiti dai pazienti siano in nesso di 
causalità con la pratica dell’anestesia peridurale, eseguita e condotta 
con negligenza ed imperizia.
Infatti i sintomi che più spesso 
riferiscono tali pazienti sono la lombalgia, l’ipostenia agli arti 
inferiori con facile esauribilità nella prolungata stazione eretta, 
all’obiettività neurologica si riscontra la positività alle manovre di 
Lasègue e di Wassermann a dx,(ovvero manovre passive agli arti inferiori
 che provocano lo “stiramento” delle radici lombosacrali irritate), a 
volte una sfumata ipostenia dell’EPA e TA a dx (muscoli della gamba).
Questi
 sintomi e questi deficit possono essere riferibili alla condotta 
negligente e imperita nell’esecuzione della anestesia loco regionale e 
alla concomitante radicolopatia.
 La rachicentesi diagnostica come 
la puntura lombare per ottenere l’analgesia sono metodiche del tutto 
sicure e a basso rischio, ma val la pena ricordare che a volte i 
vantaggi possono risultare vani solo per una banale distrazione 
dell’operatore, per non aver vigilato sulle norme di una asepsi rigorosa
 o per la sottovalutazione della metodica, spesso ritenuta di facile 
esecuzione e per questo affidata a mani non del tutto o non ancora 
esperte.
Il paziente, cui è essenzialmente indirizzata questa 
breve comunicazione deve affrontare con serenità l’eventuale verificarsi
 di tale occasione e collaborare con gli operatori sanitari perché tale 
procedura sia accettata senza quelle apprensioni ed emozioni che spesso 
ne precedono l’attuazione e a volte il rifiuto.
Testi consultati
- V.Tagariello, O. DeTommaso, Complicanze neurologiche dopo anestesia loco-regionale
- Cheney,
 Domino, Caplan, Posner: Nerve iniury associated with anesthesia.A 
closed claims analysis. Anesthesiology 1999, 90:1062-1069
http://www.medicitalia.it/minforma/Neurochirurgia/335/Le-complicanze-da-puntura-lombare-rachicentesi